I mercati storici di Palermo, come Capo, Vucciria e Ballarò, rappresentano la tradizione e il cuore pulsante della vita palermitana. Questi luoghi non sono solo esempi di commercio classico, ma veri e propri centri di socializzazione, tradizione e scambio, evocando l’atmosfera di un bazar vibrante.
Ogni giorno, dalle prime ore del mattino fino al tardo pomeriggio, e talvolta fino a tarda sera, centinaia di persone affollano le strade dei mercati, trasformandoli nel corso della giornata da luoghi di acquisto di generi alimentari frequentati dalle massaie, a vivaci scenari di ristoranti e intrattenimento notturno, particolarmente amati dai turisti e dai giovani.
Se chi visita Palermo pensa di trovare nella Vucciria un riflesso del celebre quadro di Guttuso “La Vucciria”, rimarrà sorpreso dal fatto che da oltre un decennio il mercato è diventato un punto di incontro per la movida, soprattutto di sera, quando le botteghe si trasformano in bancarelle di cibo da strada, offrendo dalle tradizionali panine con la meusa o le panelle, fino a piatti influenzati dai vari paesi d’origine dei venditori immigrati. Assaporare lo street food qui non è solo seguire un nuovo trend, ma anche rivivere la storia millenaria di questa città multietnica.
Le tradizionali abbanniate dei venditori ambulanti, con la loro vivacità e l’accento locale, lasciano il posto a una colonna sonora variegata, che spazia dalla musica folk a quella da discoteca. Oltre alla Vucciria, anche a Ballarò e al Capo, il cibo si consuma ora tra un valzer e una makarena, simbolo di un mercato che vive di giorno e di notte.
Foto; manifesta del mercato Vucciria con i due aspetti del mercato vista nel quadro di Renato Guttuso e come si presenta oggi.