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Thea e gli Elefanti Nani: Misteri Preistorici a Palermo

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Ruggero sta conducendo la sua visita turistica a Palermo con l’intenzione di farci ritornare per trascorrere una vacanza più lunga nella capitale siciliana. Mentre ci fermiamo in Corso Tukory, di fronte al Museo Gemmellaro, ci racconta delle sue affascinanti attrazioni.

La principale attrazione del museo è rappresentata dai resti fossili di una donna vissuta circa 30.000 – 11.000 anni fa, alta 165 cm, a cui è stato dato il nome di Thea. Lo scheletro, scoperto nel 1937 nella grotta di San Teodoro ad Acquedolci, nel Messinese, è quasi completamente intatto e ben conservato. Oggi, Thea è esposta in una teca nella Sala dell’Uomo del Museo Geologico Gemmellaro di Palermo. Qui è possibile ammirare anche una ricostruzione del suo volto, realizzata grazie ai protocolli di antropologia forense, e un diorama a grandezza naturale che rappresenta una scena di vita quotidiana delle popolazioni paleolitiche.

Un altro punto di interesse nel museo è dedicato alle faune che popolavano la Sicilia durante il Pleistocene medio-superiore, in particolare agli elefanti nani. I fossili di questi elefanti hanno dato origine a molte leggende, poiché in passato si pensava che fossero crani delle famose creature mitologiche conosciute come Ciclopi. Alcuni di questi reperti sono stati scoperti nella località di Torretta, a circa 20 km da Palermo, nella “Grotta della ‘za Minica,” una caverna di origine marina che un tempo segnava la linea di costa. Questa grotta ha restituito numerosi fossili di elefanti, bovidi, cavalli, cervi e ippopotami, oltre a interessanti reperti di selci. Vicino all’ingresso della grotta, è possibile ammirare due incisioni raffiguranti un bovide e un cerbiatto.

A fianco della grotta si trova il Riparo della Nipote, che conserva diverse incisioni lineari, il graffito di un cervo, una figura antropomorfa a carboncino e la rappresentazione grafica di un antico recinto pastorale, che suscitano molta curiosità preistorica.

Intrigati dalla storia e dalla bellezza del museo, chiediamo a Ruggero chi fosse Tukory e perché una strada importante come Corso Tukory sia stata dedicata a lui. Ruggero ci spiega che Tukory fu un ufficiale garibaldino che partecipò alla spedizione dei Mille in Sicilia, sacrificando la sua vita durante l’assalto a Porta Termini a Palermo il 6 giugno 1860. Questo patriota ungherese è stato molto apprezzato dai cittadini dell’epoca, e la sua figura è ancora oggi ricordata con devozione. Una caserma, la Tuköry di Corso Calatafimi, e un monumento a Piazza Marina sono stati eretti in suo onore. La sua tomba si trova al Pantheon di S. Domenico,

Questo racconto fa parte della raccolta “Passeggiata palermitana con Ruggero”.

 

Foto: Museo Gemmellaro, Thea, la principessa preistorica.

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Salvino Arena

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