Puntata terza (La mia vacanza palermitana con il mare negli occhi)
A ridosso del Molo Nuovo, così denominato dai palermitani, si trova la rotatoria di Piazza Tredici Vittime. Nella piazzetta si erge la Chiesa di San Giorgio, risalente alla fine del XVI secolo. Ruggero ci informa che siamo nella parte più esterna del quartiere della Loggia.
Riusciamo ad ammirarla soltanto dall’esterno: la facciata è bella ma semplice, realizzata in pietra da taglio, con motivi intelaiati e influenze prebarocche evidenti nelle due volute superiori, nell’oculo ovoidale avvolgente e nel fregio sotto il cornicione. Riguardo all’interno, Ruggero ce lo descrive: è a pianta rettangolare con tre navate, ognuna delle quali presenta quattro cappelle chiuse da edicole scolpite con motivi rinascimentali, tutte magnifiche ed eleganti.
Nell’incrocio tra il transetto e il coro, lo spazio interno assume un vigore dinamico particolare: coppie di colonne sovrapposte contribuiscono a rafforzare la struttura del capocroce e a sostenere il tiburio ottagonale. Da questo elemento si sviluppa la cupola a catino, sostenuta da pennacchi sferici. Di notevole interesse è il pavimento, quasi completamente ricoperto da lapidi sepolcrali risalenti ai secoli XVI, XVII e XVIII.
Nella chiesa di S. Giorgio dei Genovesi a Palermo si trova una lapide commemorativa dedicata a Sofonisba Anguissola, eretta dal marito Orazio Lomellini, nobile genovese, dopo la morte della moglie, avvenuta quando lei aveva superato i novant’anni. Sofonisba Anguissola, nata a Cremona intorno al 1535 e scomparsa a Palermo nel 1625, è stata una pittrice di grande talento, nota soprattutto per essere stata una delle prime donne a esercitare il mestiere artistico in un’epoca in cui questo era solitamente riservato agli uomini.
Nonostante non fosse di origini siciliane, la sua presenza a Palermo è motivo di orgoglio per la città, poiché Sofonisba non solo eccelse nel suo campo, ma contribuì significativamente a elevare il ruolo delle donne nell’arte. La sua carriera la portò a essere riconosciuta non solo in Italia ma anche in Spagna, dove divenne famosa come ritrattista e fu maestra di pittura della regina Isabella di Valois.
Il suo ritorno in Italia nel 1573 segnò l’inizio di una vita lunga e piena, culminata a Palermo, dove trascorse gli ultimi anni della sua esistenza. Prima della sua morte nel 1625, ricevette la visita del giovane Anton van Dyck, che immortalò il suo volto in un ritratto celebre, contribuendo così a perpetuare il suo mito attraverso i secoli.
Dovete sapere che il centro storico di Palermo è suddiviso in quattro grandi aree chiamate “Mandamenti”: il mandamento Castellammare o Loggia, il mandamento Palazzo Reale o Albergaria, il mandamento Monte di Pietà o Seralcadio e il mandamento Tribunali o Kalsa. La Loggia, o mandamento Castellammare, è un quartiere dalle vie medievali, ricco di storia e arte.
Il quartiere è anche conosciuto con il nome di Mandamento Castellammare Il nome deriva dalla presenza del Castello a Mare, una fortezza di prigionia che fu gravemente danneggiata durante l’insurrezione del 1860 e definitivamente demolita nel 1923. I pochi resti sono visitabili e si trovano in Piazza XIII Vittime.
Originariamente, la Loggia era caratterizzata da un fitto reticolo di stradine che partivano dalla Cala e dal Castello, convergendo nel quartiere della Loggia, un importante centro commerciale. Inizialmente chiamata Amalfitania per la forte presenza di mercanti provenienti dalla città campana, alla fine prevalse il nome Loggia, dato che in questa zona si trovavano le logge dei mercanti provenienti dal continente.
Il mandamento della Loggia è anche conosciuto come Vucciria, famoso per il suo storico mercato.
Foto. Chiesa San Giorgio dei genovesi
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