“Sciatiri e Matiri e Vuogghiu Riri” è un’esclamazione che i palermitani usano per esprimere meraviglia di fronte a fatti incredibili ma veri. L’origine di questa frase è avvolta nel mistero, con diverse teorie che cercano di spiegare il suo significato profondo. Una delle interpretazioni suggerisce un legame con il greco antico, dove “σωτήρ καὶ μήτηρ” (Salvatore e Madre) è simile all’espressione sicula “Gesummaria”, attribuendo gli eventi straordinari a una grande forza divina. Altre correnti sostengono una radice araba, con “sàteru yà ma tarà” che significa “Dio! Grande Dio misericordioso!”.
L’origine di questa espressione di meraviglia usata dai palermitani non ha origine certa.
Utilizzata soprattutto come esclamazione davanti ad un fatto, un evento che appare incredibile e che, pure, si è realmente verificato.
Molti asseriscono che “Sciatiri” è il modo rozzo del nome di una fanciulla che si chiamava Shater vissuta nella Palermo araba dell’ottavo secolo.
Una leggenda dell’antica Palermo racconta di Shater, figlia di un nobile arabo dell’VIII secolo, vissuta isolata nel palazzo di famiglia fino a dare alla luce miracolosamente un bambino. Questo evento straordinario ha scosso non solo il palazzo ma l’intera città, diventando un simbolo di meraviglia e incredulità. La frase “Sciatiri e Matiri e Vuogghiu Riri!” è nata da questa storia, mescolando lingue e culture per celebrare il miracoloso evento. Questo racconto si è tramandato nei secoli, incarnando ancora oggi lo spirito di meraviglia e ammirazione dei palermitani.
Foto strade di Palermo nel centro storico