Palazzo Isnello di via Vittorio Emanuele con la facciata post-barocca del 1750 che precorre il neoclassicismo è un edificio di notevole interesse architettonico, artistico e storico; al suo interno si trova l’Apoteosi di Palermo, capolavoro della pittura rococò siciliana e una rappresentazioni del Genio di Palermo che si può ammirare nella volta del salone da ballo all’interno di una cornice di fattezze barocche. Il capolavoro, di grande finezza compositiva e cromatica, datato 1760, come si evince dalla targa pittorica ivi posta, è stato realizzato da Vito D’Anna con l’aiuto del cognato F. Sozzi e altri allievi.
Della stessa epoca troviamo la decorazione di un salottino, curata da Francesco Sozzi, dove protagoniste sono le “Stagioni”, mentre altre sale custodiscono stucchi e porcellane.
Nella sala adiacente a quella del ballo è affrescato “Il trionfo di Santa Rosalia”
Palazzo Termine di Isnello, o Palazzo Isnello, si affaccia anche su piazza Borsa questa alaè sicuramente di epoca recente rispetto a quello di corso Vittorio.
Tra gli inquilini dell’ Ottocento troviamo i principi Filangeri di Sant’ Antimo
Nel XIX secolo vi abitava Michele Amari.
Oggi il piano nobile sito al secondo piano è di proprietà del pittore Fabrice De Nola di origine belga che lo ha ereditato dal padre che lo aveva acquistato nel 1981.
Il pavimento della sala da ballo è stato ristrutturato intorno agli anni cinquanta dopo i danneggiamenti subiti durante la Seconda Guerra Mondiale. Nella ristrutturazione è stato usato il cemento armato, per le strutture in ferro sono state usate le assi dei binari dell’antica linea tranviaria.
L’accesso al Palazzo Termine di Isnello, o Palazzo Isnello oggi è al civico 10 di via Isnello, dopo che l’antico androne e i locali del piano terra sono stati adibiti a bottega dove trova casa l’estro di Ata Shahidi, dove l’arte dei tappeti d’Oriente diventata parte di Palermo.