Le fontanelle pubbliche in ghisa furono installate a partire dal 1886, subito dopo la realizzazione dell’acquedotto di Scillato. Una seconda tornata di fontanelle fu realizzata nel 1898, tutte hanno impressa l’aquila senatoria e l’anno di realizzazione in numeri romani. Poi, durante il ventennio furono realizzate altre fontanelle sulla falsariga di queste, con fasci littori e anno dell’era fascista in numeri romani.
Le fontanelle in ghisa avevano il compito di sostituire le fonti d’acqua esistenti nei pressi dei vecchi acquedotti privati a “Castelletti dividicula” o “Torri d’Acqua”, fu dopo la messa in esercizio della rete idrica urbana alimentata dalle acque di Scillato che le fontanelle vennero dislocate in modo massiccio nei quartieri storici di Palermo.
Nei Quattro Mandamenti dalle fontanelle sgorgavano le denominate “Tortorici – Corrao”. Mentre nelle zone lungo la costa, le fontanelle erogavano invece acque di locali sorgive. Fu agli inizi del 1903 che si pensò di rifare la condotta idrica, sottoscrivendo con i Biglia – Vanni una convenzione integrativa per il prolungamento della rete di distribuzione che arrivava fino alle zone periferiche.
La fornitura de delle fontanelle in ghisa, su committenza dello stesso Comune di Palermo, fu assicurata da imprese locali ormai scomparse, quali la nota Fonderia Oretea dei Florio, la Fonderia Di Maggio e la Fonderia Michele Guadagnolo.
Anche se provenivano da fonderie diverse dovevano avere tutte lo stesso stampo in modo di identificarsi con la la città. Ancora oggi questa tipologia di fontanelle è conosciuta
come “tipo Palermo”.
Dopo quasi un secolo il centro storico di Palermo torna a dotarsi di fontanelle in ghisa che erogano acqua potabile, vicino ai monumenti dove l’afflusso dei turisti è più intenso l’Amap ha fatto istallare architettoniche fonti d’acqua.