Era febbraio, e nei giorni 21, 22 e 23 del 1931, Palermo visse uno dei momenti più drammatici della sua storia recente. La pioggia cadde incessantemente per tre giorni, trasformando le strade in fiumi impetuosi e sommergendo la città in un’enorme distesa d’acqua.
Quella del 1931 non fu una tragedia isolata nella memoria climatica del capoluogo siciliano. Eventi simili avevano già segnato Palermo: nel 1907 e nel 1925 violenti nubifragi avevano messo in ginocchio la città, causando danni ingenti. E andando ancora più indietro nel tempo, nel 1851 e nel 1862, altre inondazioni avevano lasciato il segno, sottolineando una fragilità strutturale che sarebbe emersa con drammatica evidenza anche nel secolo successivo.
Ma quei giorni di febbraio superarono ogni previsione. In sole 50 ore si registrarono precipitazioni eccezionali: 520,2 mm a Pioppo in 46 ore e 394,5 mm in Via Emerico Amari, vicino al porto, in appena 39 ore. Per comprendere la portata di tali numeri, basti pensare che durante il nubifragio del 26 ottobre 1925 – già considerato eccezionale – erano caduti “solo” 152,7 mm in 9 ore. Se si includono anche le piogge dei giorni precedenti e successivi, dal 20 al 24 febbraio, il totale delle precipitazioni arrivò a un impressionante 618 mm in soli cinque giorni.
Gli effetti furono devastanti. Il centro storico e le periferie vennero sommersi da un mare d’acqua che in alcune zone raggiunse altezze impressionanti: due metri in Via Roma e addirittura sei metri in Piazza Sant’Onofrio. La città si trasformò in un teatro di emergenza, con intere famiglie costrette a rifugiarsi sui tetti, attività distrutte e il cuore di Palermo paralizzato.
Una delle immagini simbolo di quella catastrofe è la discesa dei Maccheronai, nei pressi di Piazza San Domenico. L’acqua aveva invaso ogni angolo, trascinando con sé i segni di una città che, nonostante la sua resilienza, non poteva che piegarsi di fronte a una furia naturale di tale portata.
Quei giorni restano nella memoria di Palermo come un monito sulla forza imprevedibile della natura e sull’importanza di una pianificazione urbana capace di mitigare i rischi di eventi climatici estremi. Oggi, guardando a quel passato, emerge non solo la fragilità di un’epoca, ma anche la tenacia di una città che, pur ferita, ha sempre trovato la forza di rialzarsi.
Anche in tempi recenti si sono verificati eventi meteorologici di straordinaria intensità. L’alluvione che ha colpito Palermo il 15 luglio 2020 è stata un fenomeno eccezionale, causato da un temporale senza precedenti nella storia della città. Nel pomeriggio di quella giornata, che coincide con la tradizionale Festa di Santa Rosalia, un’improvvisa ondata di pioggia ha sommerso Palermo, con un livello d’acqua che ha raggiunto quasi un metro, segnando un record storico.
Foto : la discesa dei Maccheronai, nella zona di piazza San Domenico durante l’alluvione del 1931.