Nella vibrante cultura siciliana, la “quarara” rappresenta molto più di un semplice utensile da cucina o una pietanza tradizionale. Originariamente conosciuta come un grande pentolone di rame o alluminio, la quarara era il cuore pulsante delle cucine palermitane, usata per preparare deliziosi piatti familiari e per riunire le generazioni intorno al tavolo.
Quarara deriva da riscaldare ovvero fare caldo.
Le sue origini affondano nel tessuto urbano di Palermo detta “I Quararari” in italiano via calderai, dove le botteghe artigiane, specializzate nella produzione di utensili casalinghi, prosperavano lungo le strade trafficate dell’ex quartiere ebraico. Qui, le famiglie numerosissime trovavano nella quarara il mezzo ideale per cucinare in grandi quantità.
Oggi come allora via dei calderai è un luogo dove hanno sede le botteghe artigiane, specializzate soprattutto nella produzione di articoli casalinghi, ma non solo di quelli.
Ma la quarara non si limitava solo alla cucina. Era anche un simbolo di comunità e tradizione, un punto di incontro per i residenti che frequentavano i mercati rionali alla ricerca di utensili fatti a mano, come teglie da forno, padelle robuste e perfino secchi di lamiera zincata. Qui, il mestiere del “quarumaru”, il venditore di quarumi, si trasformava in un’arte, offrendo a palermitani e visitatori un assaggio autentico della cultura culinaria locale.
La “quarume” è una pietanza tipica dello street food palermitano fatta con parti dell’intestino del bovino. Le visceri del bovino, vengono cotte in un pentolone d’acqua insieme a verdure e ortaggi che le conferiscono profumo e sapidità a non finire. Il piatto è ancora in auge in alcuni quartieri di Palermo – come la Vucciria, Ballarò e altre contrade, famosa è la bottega “ru zu’ Ginu” in via Cipressi.
Oltre alle vivaci strade di Palermo, la parola “quarara” risuona anche attraverso le colline di Montelepre, dove la Necropoli di Manico di Quarara attrae gli amanti dell’archeologia con i suoi antichi ritrovamenti di vasellame. E non possiamo dimenticare la magica Mazara del Vallo, dove “quarara” si riferisce a un litorale roccioso, custode di calette nascoste e fondali mozzafiato, ricchi di storia e bellezza naturale.
Frasi con quarari:
quariari u manciari, (riscaldare il cibo).
u suli quaria (il sole riscalda)
In conclusione, la quarara non è solo una parola siciliana; è un ponte tra generazioni, un riflesso delle tradizioni artigianali e culinarie che rendono unica la Sicilia. È un invito a esplorare non solo il gusto dei quarumi, ma anche l’anima e il cuore di una terra ricca di storia, cultura e ospitalità.