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La porta monumentale del Quartiere Matteotti e il Pozzo Sicano

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L’ampia porta monumentale che funge da ingresso al quartiere è opera degli architetti Luigi Epifanio e Giovan Battista Santangelo che si ispirarono al concetto di città giardino
Il quartiere venne creato per dare uno sfogo a Nord alla città di Palermo, i terreni erano abbastanza lontani dal centro storico, alla fine di via Libertà e vennero acquistati da parte del comune dalla famiglia Monroy nel 1929. L’area era di circa 54.000 mq abbastanza pianeggiante e con nessuna costruzione all’interno della stessa. I lavori iniziarono quasi immediatamente ed il quartiere venne inaugurato il 28 ottobre del 1931 con il nome di Quartiere Littorio, ma i lavori non erano ancora conclusi e si conclusero solo pochi mesi più tardi nel 1932.
Dei 54.000 mq quasi 18.000 vennero destinati a strade e marciapiedi, le caratteristiche del quartiere, delle strutture e della sua posizione lo resero subito un quartiere ambito e non assunse mai le caratteristiche dell’edilizia popolare. Questo quartiere doveva servire da esempio stilistico da utilizzare per la costruzione di tutta l’area circostante, ma purtroppo ciò non avvenne. L’intero complesso è costituito da 32 palazzine a 3 elevazioni circondate da giardino, troviamo all’interno 11 differenti tipologie stilistiche di abitazione. La circolazione stradale è assicurata dall’alternanza di ampi viali alberati e piccole strade che non seguono un indirizzo retto, ma curvano in maniera quasi casuale. Il lato che si affaccia su via Libertà è più curato dal punto di vista decorativo, e sempre qui è presente un’ampia porta monumentale che funge da ingresso al quartiere.
Come detto in precedenza si contano 32 palazzine di piccole dimensioni, ognuna di esse è divisa in 4 abitazioni monofamiliari e dispongono tutte di veranda o di logge. Tra gli stili costruttivi troviamo lo stile liberty ed il neobarocco, ma allontanandosi da via Libertà gli stili vengono semplificati maggiormente.

La toponomastica di molte strade del quartiere Matteotti di Palermo è riconducibile ad avvenimenti risalenti alla Prima guerra Mondiale. Infatti Sabotino (Sabotin in sloveno) (609 m s.l.m) è un monte l confine tra Italia e Slovenia, a nord di Gorizia. Si trova non molto lontano dal Monte Santo di Gorizia ed è il monte più alto della provincia di Gorizia dal 1947, prima infatti lo era il Monte Tricorno.
Viene ricordato come uno dei monti delle Battaglia dell’Isonzo durante la prima guerra mondiale.
Situata in una parte terrazzata del quartiere che si affaccia sulla via Libertà, precisamente nella piazza Tommaso Edison vi è una meravigliosa testimonianza storica chiamata “pozzo sicano” o “pozzo punico”. Il Pozzo sicano è una larga bocca quadrata di 12 m di lato che si restringe man mano che si scende in profondità e raggiunge i 22 metri, questa struttura indica che gli antichi abitanti di Palermo già si servivano delle gallerie nella zona nord-orientale della città per estrarre il tufo da costruzione.
Nelle pareti del pozzo sono state ritrovate delle scritte antiche in caratteri libici del II secolo a.C
Il pozzo è una scoperta del medico Alfredo Salerno (nato a Palermo il 7 marzo 1868 e ivi morto il 1 aprile 1946), un appassionato di paleontologia. Il pozzo fu chiamato Pozzo Sicano per la presenza nella galleria di iscrizioni attribuite ai Sicani che il prof. Beguinot successivamente identificò con nomi propri di persona in carattere libico del II secolo a.C. (nessuna delle due ipotesi però sembra valida).
È inoltre legata al pozzo la misteriosa storia dei “Beati Paoli” i quali si servivano di gallerie sotterranee che tessevano l’intera città per spostarsi. Le due aperture scoperte all’interno del pozzo pare colleghino alla suddette gallerie.

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