Cerca
Close this search box.

La Palazzina Cinese di Palermo e il suo Giardino: un viaggio tra Oriente e classicismo

Condividi su

Facebook
WhatsApp

Situata all’interno del Parco della Favorita, ai piedi del Monte Pellegrino, la Palazzina Cinese rappresenta uno degli esempi più affascinanti di architettura eclettica in Sicilia. Venne fatta costruire dal re Ferdinando III di Borbone nel 1799, dopo il suo arrivo a Palermo in seguito alla fuga da Napoli a causa delle rivolte repubblicane. Affascinato dalle mode esotiche dell’epoca, il sovrano affidò il progetto all’architetto palermitano Venanzio Marvuglia, che concepì l’edificio in uno stile orientale ispirato alla “chinoiserie”, tanto in voga tra la nobiltà europea di fine Settecento.

L’edificio, a pianta quadrata e sviluppato su tre livelli principali, fonde elementi del neoclassicismo con suggestioni orientali: un corpo centrale sormontato da un tetto a pagoda poggia su un tamburo ottagonale, mentre ai lati si elevano due torrette simmetriche, che ospitano scale elicoidali a giorno progettate da Giuseppe Patricolo, altro importante nome dell’architettura siciliana.

Al piano terreno si trovano porticati ad arco ogivale che richiamano l’arte moresca, mentre agli interni si accede attraverso una serie di stanze sontuosamente decorate. Il seminterrato ospita la sala da ballo e la saletta delle udienze, entrambe ornate con affreschi realizzati da artisti come Velasquez. Il piano nobile, accessibile tramite una monumentale scala esterna, comprende la sala dei ricevimenti decorata con pannelli in stoffa dipinti anche da G. Riolo, la sala da pranzo con la celebre “tavola matematica”, un ingegnoso sistema meccanico ideato dallo stesso Marvuglia per far salire i piatti direttamente dalla cucina, e la camera da letto del Re con la volta interamente decorata in stile cinese. Il secondo piano ospitava gli appartamenti della Regina Maria Carolina, con salette di ricevimento, camera da letto e spogliatoio. All’ultimo livello, una terrazza ottagonale coperta da una pagoda offriva una vista privilegiata sul parco circostante.

Il giardino della Palazzina: tra ornamento e simbolismo

Uno degli aspetti più suggestivi dell’intero complesso è il giardino all’italiana posto sul retro della palazzina. Realizzato anch’esso alla fine del Settecento, questo spazio verde venne progettato come complemento ideale dell’architettura esotica dell’edificio, combinando rigore geometrico, eleganza ornamentale e richiami all’estetica orientale.

Il giardino si articola attorno a quattro labirinti circolari, perfettamente simmetrici, ciascuno con un percorso sinuoso ma non disorientante. A differenza dei tradizionali labirinti europei in cui era facile perdersi, questi sono costituiti da siepi basse, pensate più come elementi ornamentali che come veri e propri giochi d’ingegno. Il loro scopo era quello di decorare, suggerire un senso di mistero controllato, e rappresentare l’armonia tra natura e razionalità, concetto molto caro all’estetica neoclassica.

Al centro del giardino si erge il cosiddetto “tempietto cinese”, progettato da Giuseppe Patricolo, una piccola struttura in stile orientale che richiama le architetture dei padiglioni imperiali. Intorno a esso, vasche in marmo bianco, grotte naturali disposte secondo il gusto romantico dell’epoca e una varietà di piante ornamentali creano un’atmosfera suggestiva. Quest’area, talvolta indicata come “flora all’italiana” per via della sua impostazione geometrica e razionale, venne arricchita dal lavoro di G. Durante, che curò con attenzione l’inserimento armonico degli elementi vegetali e decorativi.

Nel giardino trovano spazio anche fontane e statue, disseminate con equilibrio scenografico. Gli alberi secolari, come pini, cipressi e agrumi, contribuiscono a creare un microclima fresco e ombreggiato, ideale per passeggiate contemplative.

Storia recente e valorizzazione

Con la fine della monarchia borbonica e la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861, la Palazzina Cinese e il suo giardino passarono prima alla Corona Sabauda, e successivamente allo Stato italiano. Dopo essere caduta in uno stato di abbandono, la struttura venne finalmente acquisita dal Comune di Palermo nel secondo dopoguerra. Da allora è stata sottoposta a vari interventi di restauro e aperta al pubblico come museo storico e residenza reale visitabile.

Oggi la Palazzina Cinese e il suo giardino rappresentano uno straordinario esempio di residenza d’epoca, capace di raccontare la storia, i gusti, e le mode di una Palermo regale, colta e cosmopolita. Il giardino, in particolare, costituisce un raro esempio di dialogo tra arte paesaggistica europea e gusto orientale, e offre ai visitatori un luogo di bellezza, quiete e armonia, perfettamente integrato nel contesto naturalistico del Parco della Favorita.

Foto di Sonia Sferrazza; I giardini della Palazzina Cinese

Lascia un commento

Picture of Salvino Arena

Salvino Arena

Articoli recenti