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La Cala, le Porte, L’Ape Bianca e i “Giganti di Palermo”.

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La Cala nasce come punto d’approdo della città di Palermo.

In prossimità della Cala c’erano  cinque ingressi, i nomi dei punti d’accesso indicavano solitamente la funzione che avevano.

C’era la Porta della Dogana, era da li che passavano tutte le mercanzie che arrivavano in città per essere smerciate.

Dalla Porta Calcina, transitavano tutti i materiali edilizi i più comuni erano la calce e la sabbia.

Oggi la Porta si trova inglobata nella facciata della clinica Zancla.

Lo spazio delimitato per la vendita del pesce era ricavato nei pressi di Porta Piscaria.

C’era anche la Porta Piedigrotta, tale porta era l’unica che non traeva il nome della mercanzia in entrata, infatti tale porta prendeva il nome della vicina chiesa, oggi non più esistente.

la più famosa quella che con il tempo è stata identificata con tutta l’intera zona è Porta Carbone da li transitavano le carriole che trasportavano il carbone e la legna da ardere.

 

Nel 2011 la Cala, nel frattempo era diventato un porto turistico nel lato destro mentre il lato sinistro serve ancora oggi come attracco dei pescherecci che scaricano nel mercato ittico il pescato, ha cambiato volto grazie a dei lavori durati due anni, la zona è stata riqualificata.

 

Dopo lunghi anni di abbandono culminati con il degrado totale, la Cala dal 2011 è divenuta zona di passeggio e di ristoro conservando la funzione di attracco di pescherecci e da imbarcazioni turistiche. Tra le opere eseguite l’installazione di panchine di marmo, il prato all’inglese e la realizzazione di un’ampia passeggiata pedonale al margine della banchina, corredata dalla pista ciclabile. L’antico basolato, risalente al XIX secolo, è stato in parte ripristinato, e collocato davanti agli edifici per il ristoro.

 

Nel molo Sailem della Cala di Palermo. C’è un’opera d’arte rappresentata con una Ape car bianca.

L’Ape Bianca, è un’opera pensata e progettata da Andrea Di Marco questa istallazione si trova alla Cala per un desiderio del suo autore  prematuramente scomparso all’età di 41 anni.

Il tre ruote della Piaggio che Andrea Di Marco aveva tramutato in icona pittorica. Emblema di una città, di un immaginario, di uno sguardo sulle cose. Ne ha dipinte tantissime. E una l’avrebbe anche voluta trasformare in scultura, da dedicare a Palermo. E oggi è Palermo a dedicarla a lui: un’Ape Bianca installata in permanenza, nel porto della Cala. Un omaggio, post mortem.

 

Un murales raffigurante i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino campeggia su una parete dell’istituto Nautico di Palermo che si affaccia nella cala è stato realizzato nel 2017.

Con tale murales dopo “i giganti di Porta Nuova”, la città di Palermo a distanza di 500 anni mostra al mondo due nuovi giganti.

La Cala, foto di  Maria Pagano (concorso fotografico Palermo & palermitani 2016)

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Salvino Arena

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