Il maestoso cavalcavia in stile barocco della settecentesca Villa Trabia, un tempo appartenuta a Giuseppe Lanza Branciforti, principe di Trabia, rappresenta un’importante testimonianza storica e architettonica. Questo ponte in tufo a quattro arcate si ergeva sopra un’antica cava di calcarenite, un materiale largamente utilizzato nell’edilizia siciliana dell’epoca.
Nel 1867, con il progetto di prolungamento di via Principe di Villafranca, oggi denominata via Mattarella, il cavalcavia divenne un elemento chiave della viabilità urbana, dividendo in due sezioni la vasta proprietà dei Trabia. L’impatto di questa trasformazione urbanistica segnò profondamente il paesaggio circostante, creando un connubio tra la storicità della villa e le nuove esigenze infrastrutturali della città.
La storia della Casena dei Trabia alle Terre Rosse, più comunemente nota come Villa Trabia, ha origini che risalgono al 1740, quando il convento di San Francesco di Paola concesse al reverendo canonico Don Pietro Nunzio Serio un’estesa area di terra nella contrada delle Croci e Terre Rosse, per un totale di 10 tumoli, 1 bisaccia e 2 mondelli.
Il canonico, dopo alcuni anni, nel 1756 decise di cedere la proprietà a Don Paolo Spinelli, il quale avviò un’importante fase di sviluppo della tenuta. Egli fece edificare una grande dimora e arricchì il giardino con piante ornamentali, creando un ambiente signorile e armonioso. Tuttavia, alla sua morte, la proprietà passò nel 1770 alla nobile famiglia Gaetani, principi del Cassero, che ne accrebbe ulteriormente l’estensione attraverso una serie di acquisizioni di terreni limitrofi.
L’epopea dei Gaetani alla Villa Trabia si concluse nel 1807 con la morte di donna Maria Cristina Gaetani Lucchesi, ultima erede diretta. L’immensa proprietà passò dunque al fratello, Don Ignazio Lucchesi Palli, principe di Campofranco, figlio di Matteo Lucchesi Palli e Joppolo. Quest’ultimo, duca dal 1726 e signore di numerosi feudi tra cui Castelnormanno, Valle dell’Olmo, Cifaliana e Mandranuova, era anche Conte di Calatarotata dal 1761, supremo magistrato del commercio e Governatore del Monte di Pietà tra il 1769 e il 1773. Fu lui a dare nuovo impulso ai lavori di costruzione della casena, trasformando la villa in un luogo di prestigio.
Nel 1814 la storia della villa si intrecciò con quella del principe di Trabia e Duca di Camastra, Don Giuseppe Lanza Branciforti, che acquisì l’intero fondo delle Terre Rosse. Il complesso includeva la sontuosa Casina grande, un vasto giardino, terre coltivate, vigne, alberi da frutto e tutte le strutture connesse alla gestione agricola della tenuta. Sotto la proprietà della famiglia Lanza Branciforti, Villa Trabia divenne un simbolo dell’aristocrazia siciliana, un centro di cultura e mondanità frequentato da nobili e intellettuali dell’epoca.
Nel corso del tempo, Villa Trabia subì diversi cambiamenti, ma mantenne sempre il suo fascino originario. Finalmente, il 29 aprile 1980, la tenuta divenne proprietà dell’amministrazione comunale, segnando l’inizio di una nuova era. Oggi la villa è un’importante area verde della città, frequentata da cittadini e turisti, che possono ammirarne la bellezza storica e il suo incantevole giardino, un tempo riservato all’élite aristocratica.
La storia di Villa Trabia, con il suo affascinante cavalcavia barocco, è dunque una testimonianza viva del passato nobiliare siciliano e della continua evoluzione del tessuto urbano, dove antico e moderno si fondono armoniosamente.