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I Quattro Pizzi: Una Dimora Lussuosa nella Storia dei Florio e l’Influenza Imperiale Russa

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L’Arenella è riconosciuta come la prima residenza lussuosa della dinastia dei Florio, con un’origine antichissima che rispecchia il metodo di pesca del tonno, da cui prende nome. Nel 1830, Vincenzo Florio acquistò questa proprietà e incaricò l’Architetto Carlo Giachery, suo amico e collaboratore, di trasformare la tonnara in una dimora signorile.

 

Da questa trasformazione nacque la “Quattro Pizzi,” una palazzina quadrangolare neogotica, così chiamata per le quattro guglie che la sovrastano. Questa struttura è l’unico edificio neogotico progettato da Giachery, noto per la sua attenzione all’architettura industriale e ai nuovi materiali. Questa creazione sorprendente unisce elementi del Gotico inglese con un’atmosfera romantica mediterranea.

 

Nel 1852, sempre nell’ambito dell’Arenella, Giachery fu incaricato di costruire un mulino a vento per macinare il sommacco, una sostanza utilizzata nel commercio in Sicilia. Una parte del complesso fu adibita ad abitazione per i fine settimana, ospitando molte personalità illustri.

 

Dopo il periodo aureo, Vincenzo Florio si ritirò con la sua famiglia nell’Arenella, rendendola la sua dimora principale. La Tonnara rimase operativa fino ai primi del Novecento, quando il cambiamento delle rotte dei tonni portò alla chiusura dell’attività di pesca.

 

Anche lo zar Nicola I di Russia, insieme alla zarina Alessandra e alla figlia granduchessa Olga, visitarono Casa Florio nel 1845 e trascorsero un lungo periodo ospiti della famiglia Florio a Palermo. L’affascinante residenza dei Florio li ispirò al punto che decisero di riprodurne una copia identica a San Pietroburgo.

 

La scelta di Palermo come luogo di soggiorno fu influenzata dalla salute malata dell’imperatrice Alessandra e dal desiderio del dottore Mandt di garantirle un clima più mite e benefico per la sua guarigione.

 

In questo viaggio, l’imperatrice Alessandra fu accompagnata dalla figlia Olga, e insieme attraversarono diverse città europee prima di giungere a Palermo. I quattro mesi trascorsi nell’incantevole città siciliana ebbero un impatto positivo sulla salute e sullo stato d’animo dell’imperatrice Alessandra. La Zarina, che si innamorò della dimora volle chiamare la copia fedele di San Pietroburgo, “Rinella.”

 

Il padiglione che un tempo ospitò l’imperatrice e la sua famiglia era originariamente chiamato “Casetta italiana” nei documenti di lavorazione e “Olivuzza” in famiglia, mentre l’isola di Palermo divenne “Olghin ostrov” o “isola di Olga” in seguito. Nonostante la scomparsa del padiglione, possiamo ancora ammirarlo attraverso le immagini pittoriche e alcune fotografie rimaste, oltre alle citazioni nelle fonti storiche, anche se queste ultime sono spesso brevi e poco precise.

Foto: stampa dell’edificio, non più esistente, della “Rinella” di San Pietroburgo

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Salvino Arena

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