A Palermo, con l’arrivo dell’autunno, in ogni angolo di strada si può scorgere una fornacella avvolta da un fumo argenteo, con un fuoco acceso alla sua base. Accanto alla fornace, c’è il “castagnaro” che si dedica a incider le castagne, che presto saranno arrostite sul posto. La fornacella ha una forma cilindrica e si compone di tre livelli: nella parte inferiore c’è il vano dove brucia la carbonella, mentre sopra di esso viene posizionato un secondo cilindro alto circa un metro. In questo secondo cilindro viene collocata una padella della stessa misura e forma, e in essa vengono arrostite le castagne, che sono precedentemente ricoperte di sale. Questo sale, oltre a insaporire le castagne, contribuisce a dare loro il caratteristico colore argentato tipico delle caldarroste palermitane.
E’ consueto durante il primo periodo d’autunno Palermo ad ogni angolo di strada vedere una grande nuvola di fumo bianco che si alza verso il cielo che annuncia la preparazione delle caldarroste.
Il venditore, per attirare i potenziali acquirenti, grida in dialetto siciliano: “I CASTAGNI RA BELLA, CAVURI CAVURI SU!!!” (tradotto in italiano, significa “Le castagne sono buone, calde calde qui!”). Le castagne arrostite vengono poi avvolte in un involucro cartaceo chiamato “coppo” o “cuppiteddu”. Questo cartoccio serve a contenere le castagne mentre vengono consumate per strada durante la “passiata,” che è una passeggiata quotidiana tipica a Palermo. Durante questa passeggiata, le persone gustano le deliziose castagne arrostite e ne godono il sapore e l’aroma mentre si immergono nell’atmosfera autunnale della città.