In Piazza Don Bosco, una delle piazze più significative del quartiere Libertà a Palermo, sorge un suggestivo gruppo scultoreo dedicato alla Deposizione di Cristo dalla Croce. L’opera, realizzata dallo scultore Ettore Ximenes, rappresenta Gesù che viene deposto dalla croce dalle tre Marie, momento centrale della Passione. La scena, profondamente drammatica e carica di pathos, esprime un’intensa partecipazione emotiva e spirituale, coerente con lo stile di Ximenes, che univa un verismo sobrio ad accenti simbolici ed eroici.
La scultura, collocata su un basamento in pietra, si inserisce armoniosamente nel contesto urbano, offrendo non solo una testimonianza artistica di rilievo, ma anche un punto di riflessione e raccoglimento per i passanti. È uno dei rari esempi in città in cui la scultura religiosa si fonde con l’arredo urbano moderno.
L’installazione del monumento “Gesù che scende dalla Croce dalle tre Marie” in Piazza Don Bosco non è casuale. La scelta di collocare un’opera che affronta il tema della Passione e della redenzione in un contesto che porta il nome di un santo e educatore, come Don Bosco, rafforza il legame tra la dimensione religiosa e quella civica della città. La presenza della scultura contribuisce a creare un dialogo tra arte e spiritualità, rendendo la piazza non solo un punto geografico, ma anche uno spazio di riflessione e meditazione per cittadini e visitatori.
Il monumento diventa così un simbolo della continuità storica e culturale di Palermo, incarnando sia l’eredità artistica di una delle generazioni più brillanti dell’arte italiana, sia la missione educativa e formativa di un santo amato come Don Bosco.
L’artista: Ettore Ximenes
Ettore Ximenes (Palermo, 1855 – Roma, 1926) fu una figura di spicco della scultura italiana tra Otto e Novecento. Formatasi tra Palermo, Napoli e Firenze, la sua arte si distinse per una notevole capacità tecnica e una forte espressività. Oltre alla sua attività scultorea, fu anche pittore e illustratore. Tra le sue opere più celebri si ricordano i monumenti a Ciceruacchio a Roma (1880), a Garibaldi a Palermo (1887) e a Milano (1895), al generale Belgrano a Buenos Aires (1898), a Bottego a Parma (1907), e ad Alessandro II a Kiev (1911). A Roma scolpì anche il gruppo del Diritto per il monumento a Vittorio Emanuele II. Nella sua opera convivono realismo, idealizzazione classica e forti simbolismi patriottici e spirituali.