Sino agli anni Settanta, i ragazzini che stavano in strada dovevano improvvisare i loro giochi con ciò che avevano a disposizione. C’era molta inventiva tra i “picciuttieddi” e uno dei passatempi più divertenti era il gioco dello “Scippa Cappello”.
Per giocare a “Scippa Cappello”, i ragazzi dovevano procurarsi un rotolo di filo da pesca e una molletta. La molletta veniva attaccata all’estremità del filo e fatta passare sopra i fili dei lampioni che si trovavano al centro delle strade. Un compagno, nascosto in un angolo non visibile, teneva l’altro capo del filo, pronto ad azionarlo al momento giusto.
Il resto della banda aveva il compito di individuare persone che indossavano un cappello. Quando un passante con il cappello si avvicinava, uno dei ragazzi, con un movimento rapido, gli toglieva il cappello dalla testa e lo agganciava alla molletta. A quel punto, il compagno nascosto iniziava a tirare su e giù il filo, facendo letteralmente “volare” il cappello e dando vita a una scena esilarante.
Il proprietario del cappello, sorpreso e confuso, cercava in tutti i modi di recuperarlo, mentre i ragazzi si divertivano a sollevarlo e abbassarlo, rendendo il recupero una vera e propria impresa. Tuttavia, quando il passante si arrabbiava e tentava di rincorrere i ragazzini, questi mollavano tutto e scappavano velocemente, sciogliendo il gioco con una risata e tanta adrenalina.
“Scippa Cappello” era un gioco semplice, ma rappresentava perfettamente lo spirito di un’epoca in cui bastava un po’ di ingegno e un gruppo di amici per creare momenti di puro divertimento nelle strade dei quartieri.
U SCIPPA CAPPIEDDU
(Arena Salvatore)
I picciotti ru riuni, comu pi magia
duoppu a scuola si ritruvavanu
nmiezzu a via
I fimminieddi, iucavanu o
piedinu o ammucciarieddu
I masculiddi, si nun iucavanu
o palluni si organizzavano
pi fari u tiru o cappieddu
pi iucari di vulieva u ruotulu di
lienza e una molletta
e poi aspittavanu chi passava
cocchiedunu cu cappieddu
o macari ca bombetta
Don Pinuzzu nmiezzu a via
viriennu ammuinio,
si mietti a birritta nmano
e passannu si quartia .
i picciuttieddi finalmetti un cappieddu
riniscieru a scippari
e na molletta a Salvatori ciù
ficiru appizzari
Giacuminu ammucciatu nto n’agnuni
muovi a lienza comu si fussi un puparu
e u cappieddu fa ballari
molla, tira, molla, tira
u patruni, doppu una para ri vuoti
satannu u cappieddu
nun rinesci ad afffirrari
perdi la pazienza e
cumincia a minacciari
Addu puntu Giacuminu
viriennu u vicchiarieddu ca si incazza
molla a lienza e nziemmula
a l’amici si ni scappa.