Nel cuore del centro storico di Palermo, in via alloro si erge il “Giardino dei Giusti”, un luogo sacro dedicato a coloro che hanno sacrificato tutto per salvare vite umane durante l’orrore dell’Olocausto. Tra le figure commemorate, spicca Giulia Florio Alfan De Rivera Costaguti, l’ultima discendente della storica famiglia siciliana dei Florio, nota per il loro impegno imprenditoriale e per il loro profondo senso di giustizia.
Giulia, figlia di don Ignazio florio e di Donna Franca Florio, si distinse non solo per la sua eredità aristocratica, ma anche per il coraggio di opporsi attivamente alle persecuzioni degli ebrei italiani durante il regime fascista. Nonostante il matrimonio con Achille Afan de Rivera Costaguti, un gerarca fascista, si dice che Giulia aderisse al regime per ragioni di convenienza, mantenendo nel cuore un forte senso di umanità e giustizia.
La loro dimora a Roma, il palazzo Costaguti, situato vicino al ghetto ebraico, divenne un rifugio per oltre 40 persone, comprese 16 famiglie, che rischiavano la deportazione e la morte certa sotto il regime nazista. Attraverso l’ingresso principale e gli accessi di servizio del palazzo, Giulia e Achille offrirono un sicuro rifugio per quanti cercavano disperatamente salvezza.
Per il loro coraggio e altruismo, nel 2002 Giulia Florio e Achille Afan de Rivera furono riconosciuti come “Giusti tra le Nazioni” da Yad Vashem. I loro nomi sono incisi non solo nel “Giardino dei Giusti” a Gerusalemme, ma anche in quello di Palermo, dove le loro azioni eroiche sono celebrate come esempi vividi di umanità e compassione in tempi di oscurità.
Così, il “Giardino dei Giusti” a Palermo non è solo un semplice parco, ma un luogo carico di memoria storica e di riflessione, un tributo vivo alla nobiltà d’animo di coloro che hanno rischiato tutto per salvare gli altri, rimanendo un faro di speranza e un monito contro ogni forma di razzismo e intolleranza.
FOTo: Giardino dei Giusti a Palermo in via Alloro.