Nel 1870, Palermo, come molte altre città italiane, decise di implementare una moderna rete di tram trainati da cavalli per migliorare la mobilità in città, supportando la crescente urbanizzazione. Nel mese di aprile del 1874, l’entusiasta amministrazione comunale siglò un contratto con l’imprenditore italo-brasiliano Enrico Tortorici per la realizzazione di vetture su binari di ferro trainate da cavalli.
Questo innovativo sistema prevedeva dieci linee principali:
La Linea A, che collegava piazza Marina a Acquasanta, passando per diverse vie importanti tra cui Castellammare e via Borgo.
La Linea B, che collegava piazza Marina a via Sampolo attraversando il quartiere di Piano della Consolazione.
La Linea C, che partiva da porta Maqueda e arrivava fino a Villa Realmena, includendo piazza S. Oliva.
E così via, fino alla Linea K, che collegava porta Felice a Romagnolo, attraversando luoghi come Foro Italico e via Lincoln.
I lavori iniziarono con entusiasmo nel gennaio 1877 e la prima linea, da piazza Marina ad Acquasanta, aprì al pubblico nel marzo 1878, con rimessa e scuderie localizzate all’Acquasanta. Le altre linee furono attivate gradualmente nei mesi successivi, estendendo il servizio tramviario a tutta la città.
Tuttavia, non tutto procedette senza intoppi. Alcune linee pianificate, come la C, la H, la I e la K, non videro mai la luce a causa di difficoltà tecniche e nuove sfide urbanistiche. In loro sostituzione, nel 1881 furono introdotte due nuove linee: una da Porta Nuova a porta Carini e l’altra da Piazza Indipendenza a piazza Marina, passando per via Tukory e via Lincoln.
Questi tram trainati da cavalli rimasero il fulcro della mobilità cittadina fino al 1900, quando furono sostituiti da moderni tram a trazione elettrica, segnando un’altra fase nell’evoluzione del trasporto urbano di Palermo.








