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Tra splendore e abbandono: Il Palazzo della finanza dove c’era la Vicaria e il ricordo di Emanuele Notarbartolo

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Il Palazzo dell’Intendenza di Finanza su Corso Vittorio Emanuele a Palermo è un’icona che mescola storia e tragiche vicende umane. Originariamente costruito sui resti delle antiche Carceri della Vicaria del XVI secolo, questo edificio neoclassico racconta secoli di cambiamenti nella città.

Al suo ingresso, il busto di Emanuele Notarbartolo, figura illustre di Palermo, sindaco e bancario rispettato, commemora il suo impegno per la comunità, interrotto tragicamente nel 1893 per mano della mafia. Scolpito da Antonio Ugo, questo busto è un tributo tangibile alla sua eredità di integrità e impegno sociale.

L’atrio un tempo ospitava la magnifica statua della Vittoria Alata, creazione dello stesso Antonio Ugo del 1922, un simbolo di valore artistico che, purtroppo, è stato rubato e ritrovato in tre pezzi in un magazzino a Danisinni. Questo episodio riflette l’oscuro destino di molte opere d’arte in una città ricca di storia e contraddizioni.

Il palazzo sorge sul luogo dove sventurati prigionieri della Vicaria affrontarono la giustizia del patibolo, il cui spettro persiste nel porticato con il busto marmoreo che commemora questo passato oscuro. Oggi, purtroppo, l’edificio è in uno stato di abbandono, vulnerabile agli atti vandalici e al saccheggio, una triste realtà per un simbolo così significativo che unisce il cuore antico di Palermo con il mare della Cala.

Questo palazzo incarna non solo la grandezza architettonica, ma anche le profonde sfide storiche e sociali di Palermo, offrendo uno sguardo penetrante sulla sua complessa storia che continua a influenzare la città fino ai giorni nostri.

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