Nel 1624, in un periodo di grande difficoltà per la città di Palermo, afflitta da una terribile epidemia di peste, avvenne un ritrovamento destinato a cambiare per sempre la devozione del popolo siciliano. Sul Monte Pellegrino, all’interno di una grotta solitaria e avvolta da un’aura di mistero, vennero scoperti i resti di una giovane donna che si rivelarono essere quelli di Santa Rosalia, la futura patrona di Palermo. Accanto al suo corpo, precisamente tra la mano e il petto, giaceva una piccola croce d’argento di epoca normanna, un oggetto prezioso e carico di significato, destinato a diventare un simbolo della fede popolare.
Il ritrovamento fu seguito da un’attenta ricognizione eseguita tra il 12 e il 18 febbraio 1625, sotto la supervisione del padre gesuita Giordano Cascini e alla presenza del Cardinale Giannettino Doria. Gli esperti medici, incaricati di verificare l’autenticità delle reliquie, notarono con grande stupore la croce, che appariva miracolosamente intatta nonostante il trascorrere dei secoli. Si trattava di un manufatto raffinato, con incisioni che rievocavano l’arte e la spiritualità del periodo normanno, un’epoca in cui la Sicilia era un crocevia di culture e religioni.
La croce fu affidata al padre Giordano Cascini, che la custodì con grande venerazione fino alla sua morte. Consapevole dell’importanza spirituale di tale reliquia, egli la donò a Don Giuseppe Bonfante, un sacerdote devoto a Santa Rosalia che già aveva fondato una comunità di religiose sotto il patrocinio della Santa. Questa comunità, animata da una profonda fede, ottenne dal Papa Urbano VIII l’autorizzazione ad aggregarsi all’ordine benedettino, assumendo ufficialmente il nome di Monache Benedettine di Santa Rosalia. Come segno distintivo del loro legame con la Santa, le monache adottarono nell’abito monastico un’effige che riproduceva la stessa croce ritrovata sul Monte Pellegrino.
Con il passare degli anni, l’afflusso di nuove vocazioni, in particolare di nobildonne desiderose di consacrare la loro vita alla preghiera e alla carità, rese necessaria l’espansione del monastero. Così, nel 1709, fu benedetta la nuova e sontuosa Chiesa di Santa Rosalia allo Stazzone, con annesso un monastero più ampio e accogliente. La chiesa divenne rapidamente un importante centro di culto e pellegrinaggio, un luogo in cui la devozione per Santa Rosalia si manifestava in tutta la sua intensità. La piccola croce normanna, simbolo del ritrovamento miracoloso, veniva esposta solennemente durante le festività dedicate alla Patrona, attirando fedeli da ogni angolo della Sicilia.
Tuttavia, nel corso dell’Ottocento, la città di Palermo fu interessata da un ambizioso progetto di rinnovamento urbanistico che avrebbe modificato radicalmente il volto del centro storico. Tra le varie opere previste, il nuovo piano regolatore stabilì la creazione della via Roma, un’arteria moderna che avrebbe attraversato il cuore della città. Purtroppo, per far posto a questa nuova strada, nel 1922 si decise la demolizione della Chiesa e del monastero di Santa Rosalia allo Stazzone, un vero e proprio scempio che privò Palermo di un importante luogo di culto e di memoria storica.
Le monache, costrette a lasciare il loro amato monastero, vennero trasferite nella sede del monastero di San Giovanni all’Origlione. Con loro portarono i beni più preziosi della comunità, tra cui la sacra croce normanna, che continuò ad essere custodita con grande devozione.
Fortunatamente, qualche anno dopo, le monache decisero di donare la croce alla Cattedrale di Palermo, affinché potesse essere ammirata e venerata da tutti i fedeli. Ancora oggi, questo piccolo ma significativo manufatto è esposto nel museo del Tesoro della Cattedrale, testimone silenzioso di una storia di fede, devozione e sacrificio, e simbolo dell’indissolubile legame tra Santa Rosalia e la città di Palermo. Chiunque vi si rechi, può ammirare quella croce e sentire il peso della storia e della spiritualità che essa racchiude, un ponte tra passato e presente che continua a ispirare generazioni di fedeli.
FOTO: la croce di Santa Rosalia (pagina facebook Santa Rosalia Palermo)