Chi arriva a Palermo non può perdersi una visita al mercato storico di Ballarò. Insieme ai mercati del Capo e della Vucciria, Ballarò forma il trittico dei mercati storici della città. Come gli altri due, si snoda tra intricati vicoli animati dai colori e dai profumi delle mercanzie esposte dai putiari (i commercianti), che decantano a gran voce una vasta selezione di prodotti a chilometro zero.
Le abbanniate (le grida dei venditori) sono l’anima pulsante del mercato. Un detto popolare ben sintetizza questa tradizione: “A robba abbanniata è miezza vinnuta” (La merce gridata è già mezza venduta).
Attraversando Piazza Casa Professa in direzione del mercato, si viene accolti da un murales colorato con la scritta: “Si vucia s’abbannia, Ballarò è magia!” (Traduzione: Si grida, si pubblicizza oralmente, Ballarò è magia). Questa frase, incisa sulle mura all’ingresso del quartiere, cattura perfettamente l’essenza di uno dei tre mercati storici palermitani.
Ballarò è un mercato di grascia, un termine che nel tempo ha cambiato significato: se oggi in siciliano vuol dire “sporcizia”, un tempo indicava il cibo, gli alimenti. Oltre ai prodotti locali, il mercato riflette un contesto internazionale: è facile imbattersi in specialità della cucina araba, africana e asiatica. Passeggiando tra i banchi, ci si può immergere in un tour gastronomico dello street food palermitano, tra quarume, frittola, stigghiole, sfincionello, cuzziteddi, arancine, polpi bolliti e frutti di mare.
Grazie alle numerose trattorie della zona, il mercato di Ballarò ha cambiato volto rispetto al passato. Se un tempo l’intera area si spegneva con l’avvicinarsi delle ore dei pasti, oggi brilla di una nuova energia, fatta di “belle mangiate” a ritmo di musica.
Il nome del celebre programma televisivo della RAI, Ballarò, è ispirato proprio a questo storico mercato rionale di Palermo.
Il mercato di Ballarò deve il suo nome a Bahlara, un villaggio nei pressi di Monreale da cui provenivano i mercanti arabi. Si estende da Piazza Casa Professa fino ai bastioni di Corso Tukory, verso Porta Sant’Agata, nel cuore del quartiere Albergheria.
Visitare Ballarò significa immergersi nella storia, nella cultura e nella vitalità di Palermo, tra voci, sapori e colori che raccontano una città senza tempo.