Il Bomboniera, situato in via Maqueda a pochi passi dai Quattro Canti, era un’icona del divertimento sin dal mattino. Il cinema accoglieva i suoi spettatori con la promessa di una giornata ricca di avventure cinematografiche. Al costo di un unico biglietto, gli appassionati potevano godere di due film, solitamente un western e uno dedicato ai mitici forzuti come Ercole, Maciste e Sansone.
Negli anni settanta, il vento del cambiamento soffiò sulle preferenze del pubblico, portando in auge i film di kung-fu e produzioni dal tono un po’ più audace, vietate ai minori di 14 anni, dove dominavano le docce delle bombshells. L’atmosfera delle proiezioni del mattinèe era impregnata dal vociare entusiasta di un pubblico giovane, spesso costituito da studenti che avevano deciso di marinare la scuola per trascorrere qualche ora di svago.
I posti più ambiti erano quelli del piano superiore, un rifugio sicuro per evitare le sputate dei cafoni che, occupando i palchi, si divertivano a prendere di mira gli spettatori sottostanti. Questo comportamento provocatorio, spesso scatenatore di risse, faceva sì che gli spettatori del piano superiore cercassero di scansarsi per evitare spiacevoli incidenti.
Il Bomboniera non era solo un luogo di proiezione cinematografica, ma anche un palcoscenico sociale dove si mescolavano emozioni, ribellione giovanile e un pizzico di trasgressione. I ricordi di quei tempi evocano un’atmosfera unica, in cui il cinema diventava un punto d’incontro per la comunità locale, tra risate, scontri e la magia delle pellicole che scorrevano sul grande schermo.