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Memorie di Ferrovia: Il Casello del Bivio Madonna dell’Orto

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Il Bivio Madonna dell’Orto e la storia ferroviaria di Palermo

Nel 1874 venne inaugurata la prima linea ferroviaria che collegava la vecchia Stazione Centrale di via del Secco al Porto di Palermo. Questa infrastruttura nacque principalmente per il trasporto merci, tra cui lo zolfo estratto dalle miniere siciliane. Nel 1907, un nuovo collegamento tra questa linea e la ferrovia Palermo-Trapani, terminante alla stazione Lolli, ampliò il sistema ferroviario cittadino, contribuendo a una crescita significativa del traffico ferroviario.

Il fulcro di queste diramazioni era il Bivio Madonna dell’Orto, situato nei pressi del passaggio a livello di Corso Olivuzza, oggi Corso Finocchiaro Aprile. Qui sorgeva la casa cantoniera del casellante, un edificio simbolo di un’epoca, caratterizzato da una struttura funzionale e sobria.

La casa cantoniera: una presenza essenziale

Comunemente conosciuta come “casello ferroviario”, la casa cantoniera era progettata per offrire alloggio al personale ferroviario. Era composta da una cucina al pianterreno e da due stanze al piano superiore, o, nella versione doppia, poteva ospitare due famiglie: quella del casellante e quella del cantoniere responsabile della manutenzione. Dotata di un forno per il pane e di una latrina esterna, rappresentava un punto di riferimento per chi lavorava lungo la ferrovia. Il personale non si occupava solo della gestione del passaggio a livello, ma anche della manutenzione dell’edificio e delle infrastrutture circostanti.

Il Bivio Madonna dell’Orto: un nodo strategico

Il Bivio Madonna dell’Orto, operativo fino al 1957, fu un elemento chiave del sistema ferroviario cittadino. La sua cabina di controllo, situata all’incrocio tra Corso Finocchiaro Aprile (ex Corso Olivuzza) e via Salvatore Lo Forte, gestiva gli scambi ferroviari e monitorava il traffico lungo due diramazioni principali: verso il Porto di Palermo e verso la stazione Lolli, proseguendo in direzione Trapani.

La cabina era costruita con materiali resistenti, come pietra e mattoni, per garantire durabilità e resistenza agli agenti atmosferici. La struttura compatta e rettangolare, con ampie finestre, offriva visibilità ottimale sui binari. Al suo interno, leve meccaniche consentivano di controllare scambi e segnali, mentre registri annotavano il transito dei convogli. Questo edificio rappresentava non solo un centro operativo essenziale, ma anche un luogo simbolico per la vita quotidiana dei lavoratori ferroviari.

Declino e memoria

Operativa per oltre ottant’anni, la cabina del Bivio Madonna dell’Orto fu dismessa nel 1957 con l’apertura della nuova tratta sotterranea Palermo Marittima, che sostituì la linea verso il Porto. Tuttavia, il passaggio a livello su Corso Olivuzza e gli altri sulla tratta Palermo-Trapani rimasero attivi fino agli anni ’70, quando la stazione Lolli e il relativo tracciato di superficie cessarono di funzionare.

Nonostante il declino, la cabina è sopravvissuta nel tempo, diventando una testimonianza storica del passato ferroviario di Palermo. Recentemente ristrutturata, conserva ancora i suoi elementi distintivi, raccontando la sua importanza storica in un’area urbana profondamente trasformata. Questo piccolo edificio, simbolo dell’identità cittadina, rappresenta uno degli ultimi esempi di architettura ferroviaria sopravvissuti, in un contesto in cui i binari restano visibili solo nei ricordi e nelle narrazioni locali.

Un simbolo da preservare

La cabina del Bivio Madonna dell’Orto, con le sue storie di lavoro e connessioni umane, continua a evocare un’epoca in cui la ferrovia era il cuore pulsante della modernità palermitana. Oggi, questo edificio non è solo una reliquia del passato, ma un simbolo del patrimonio storico della città, che meriterebbe maggiore valorizzazione e cura.

Foto: Casa Cantoniere Bivio madonna dell’Orto (Corso Camillo Finocchiaro Aprile

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