L’Isolotto e le 13 Donne Turche
Di fronte al borgo marinaro di Isola delle Femmine, al largo della costa palermitana, sorge un piccolo isolotto avvolto nel mistero e nella leggenda. Il suo nome richiama una storia antica, un racconto di tradimento, resistenza e, infine, riconciliazione.
Si narra che tredici donne turche, accusate ingiustamente dai loro mariti di crimini mai commessi, furono condannate a un destino crudele. Per punizione, vennero imbarcate su una fragile imbarcazione e abbandonate in mare, condannate a vagare senza meta tra le onde. La corrente e i venti infuriati le trascinarono lontano, facendole approdare, stremate e affamate, sulle rive dell’isolotto che oggi porta il loro nome.
Sette anni di sopravvivenza
Sull’isola, le tredici donne si trovarono sole, circondate solo dal mare e dalla natura selvaggia. Dovettero imparare a sopravvivere con le poche risorse a disposizione, nutrendosi dei frutti spontanei che trovavano, della pesca e dell’acqua piovana che raccoglievano in conche naturali. Si aiutarono l’una con l’altra, creando una piccola comunità in cui ogni donna aveva un ruolo essenziale: chi si occupava della pesca, chi raccoglieva legna per accendere il fuoco, chi tesseva rudimentali capanne per proteggersi dalle intemperie.
Con il passare degli anni, le donne trasformarono quel luogo desolato in una casa, dimostrando forza, ingegno e spirito di adattamento. Nonostante l’isolamento, non persero mai la speranza che un giorno la loro sorte potesse cambiare.
Il pentimento e la riconciliazione
Nel frattempo, sulla terraferma, il rimorso si era insinuato nei cuori dei loro mariti. Anni dopo il crudele abbandono, si resero conto dell’ingiustizia commessa e, pentiti, decisero di partire alla loro ricerca. Quando finalmente le trovarono sull’isolotto, rimasero stupiti dalla loro resistenza e dalla loro capacità di adattamento.
Presi dal rimorso e dal desiderio di espiare le proprie colpe, le riportarono sulla terraferma, dove decisero di fondare un nuovo insediamento. Il luogo prese il nome di Capaci, derivato dall’espressione “qua la pace”, a simboleggiare la riconciliazione tardiva tra gli uomini e le donne che avevano ingiustamente condannato.
Un nome che vive nel tempo
Da quel giorno, l’isolotto fu conosciuto come Isola delle Femmine, in memoria delle tredici donne che vi avevano vissuto per sette anni, dimostrando che la forza dello spirito umano può superare anche le prove più dure.
Ancora oggi, i pescatori e gli abitanti del luogo raccontano questa storia, tramandandola di generazione in generazione, come un monito contro l’ingiustizia e un tributo al coraggio e alla determinazione di quelle donne dimenticate dalla storia, ma mai dalla leggenda.