FILIBUSTIERE
(Cagliostro raccontato da Salvatore Arena)
Ri tutti i manieri ni l’hannu cuntata
a stuoria ri stu filibustieri
tinieva una granni vougghia ri strafari
riccu assai fulieva addivintari.
Dui entità un sulu cristianu
Tanti qualità, magu, dutturi,
alchimista, arrivista, guarituri
massone ma soprattuttu mbrugghiuni.
Nuddu si pigghia si nun si rassumigghia;
i provierbi nun sbaglianu mai
accussì è picchi a romana
comu iddu iera, nun aggiarniava mai
e ca so biddizza a tutti pigghiava pi fissa.
Nun era un malu cristianu
sulu a chiddi ricchi pu culu
ci picieva pigghiari
re, regini, principi, capitani, cardinali
e mali parrini.
A San Leo nto puzziettu fu ghittatu
quannu pia eresia fu cunnannatu
Accussì rissi:
A virità supra a stuoria mia nuddu a può sapiri
Forsi, forsi nun a canusciu mancu io.
A strata ri mPaliernu runni nasciu
ca so chiù granni fissaria e uora
chiamata.
Vicolo Conte Cagliostro
(Salvatore Arena)
Traduzione
FILIBUSTIERE
In tutti i modi c’è l’hanno raccontata
la storia di questo filibustiere
teneva una grande voglia di strafare
ricco assai voleva diventare
Due entità un solo uomo
Tante qualità, mago, dottore
alchimista, arrivista, guaritore
massone ma soprattutto imbroglione
Nessuno si sposa se non si assomiglia;
I proverbi non sbagliano mai.
È verità, perché la romana tradiva.
come lui era, non arrossiva mai
grazie alla sua bellezza riusciva a farla sempre franca
facendo fessi tutti.
Non era un uomo cattivo
soltanto le persone ricche
piaceva imbrogliare.
Re, regine, principi, capitani
e preti impostori.
A San Leo in un pozzo venne gettato
quando fu condannato per eresia.
Così disse:
La verità sulla mia storia nessuno la conosce
mi sa tanto che nemmeno io la conosca.
A Palermo la strada dove è nato
con il titolo da lui usurpato è chiamata
Vicolo Conte di Cagliostro.
Alessandro, conte di Cagliostro, all’anagrafe Giuseppe Balsamo, fu uno dei più enigmatici e affascinanti personaggi della sua epoca. Nato a Palermo il 2 giugno 1743, visse facendo uso di sotterfugi durante la gioventù e divenne una figura di spicco negli ambienti massonici dell’epoca. Il mistero che da sempre avvolge le molteplici attività di Cagliostro continua a suscitare vivo interesse su di lui.
Truffatore, mago, esoterista, ma anche alchimista, veggente e guaritore: tutto questo è stato Cagliostro nel suo peregrinare tra le più importanti corti europee. Cagliostro sposò Lorenza Feliciani, ma più che marito e moglie, Cagliostro e Lorenza furono due soci negli affari.
La sua avidità e la sete di potere lo spinsero a oltrepassare i limiti del lecito. Il 7 aprile 1790, il Tribunale dell’Inquisizione lo condannò a morte.
Successivamente, la condanna a morte fu commutata in ergastolo da scontare nella cella del pozzetto nell’inaccessibile fortezza di San Leo. Morì dopo quattro anni per un infarto il 26 agosto 1795.
Essendo stato dichiarato eretico e scomunicato, e quindi morto in peccato, gli fu negata la sepoltura cristiana. Il corpo di Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro, fu sepolto alle 18:15 del 28 agosto 1795 sulla punta estrema del monte che guarda a occidente. Prima di morire disse: “La verità su di me non sarà mai scritta, perché nessuno la conosce.” Una profezia che si avverò.
“Filibustiere” è un termine nel linguaggio comune che indica una persona scaltra, affarista senza scrupoli, un imbroglione furbo dotato di un ingegno vivace e spregiudicato.
La frase “Nuddu si pigghia si nun s’assumigghia” significa: “Nessuno si sposa se non si assomiglia.” In altre parole, marito e moglie hanno delle caratteristiche comuni che li accomunano, altrimenti non si sposerebbero.
Foto: Murales in vicolo Conte di Cagliostro nel quartiere Ballarò a Palermo.