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La Cappella Palatina è annoverata tra le chiese più belle del mondo

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All’interno del Palazzo Reale di Palermo conosciuto anche con il nome di Palazzo dei Normanni. c’è la spettacolare Cappella Palatina, la chiesa Araba normanna nel 2016 è stata inserita dall’autorevole giornale britannico il Daily Telegraph in una classifica dove vengono annoverate le chiese più belle al mondo. Il quotidiano del Regno Unito fondato nel 1885 ha stilato la classifica delle 23 chiese più belle al mondo.
Nella rassegna del Daily Telegraph compare solo una struttura italiana, la Cappella Palatina di Palermo.
La cappella, che si trova all’interno del Palazzo reale, è inserita nel percorso Arabo-Normanno di Palermo proclamato Patrimonio dell’Unesco, Nella speciale classifica si piazza quattordicesima precedendo di una posizione l’altrettanto spettacolare Saint-Chapelle di Parigi.

La fastosa Cappella Palatina rappresenta la massima espressione dell’arte musiva bizantina
insieme ai mosaici di Ravenna ed Istanbul.

La costruzione della cappella di Re Ruggero fu iniziata nel 1130, anno in cui il re fu incoronato.

La sua consacrazione avvenne nel 1143, come attesta un’ iscrizione nella cupola.

Per abbellire la Cappella del proprio Palazzo Reale, Re Ruggero chiamò le migliori maestranze presenti nell’isola scegliendoli, senza pregiudizi o discriminazioni religiose, selezionò i migliori carpentieri e pittori islamici e i migliori mosaicisti bizantini affinché la rendessero unica.
Il soffitto della Cappella venne trattato con pitture a tempera su base lignea ricoperta a gesso.
La cappella ha la forma di una basilica a tre navate, divise da colonne, di granito con capitelli corinzi dorati, che sorreggono lo slancio degli archi acuti.
I soffitti fatimiti coprono le tre navate della cappella: a spiovente quelli laterali, a muqarnas (stalattiti) quello centrale.
I mosaici occupano interamente le parti alte delle pareti, la cupola, le absidi.
Nella cupola è presente il Cristo Pantocrator, benedicente alla greca, circondato da quattro arcangeli e da quattro angeli.
Nella Cappella Palatina di Palermo è visibile la prima pittura di una partita a scacchi che il mondo conosce. rappresentata da due arabi seduti con le gambe incrociate e con in testa il loro tipico turbante, giocano su una scacchiera monocromatica: questa iconografia è considerata la più antica pittura in Italia di una partita di scacchi.
Questo dipinto conosciuto con il nome “Giocatori di Shatranj”.
Le maestranze arabe che con il permesso di re Ruggero costruirono l’edificio diedero libero sfogo alla loro fantasia dipingendo svariati soggetti iconografici, alcuni dei quali furono delle autentiche novità, tra questi c’è il dipinto della partita a scacchi descritta sopra.
Furono proprio gli arabi ad introdurre questo antico e nobile gioco in Sicilia.
L’antenato degli scacchi venne introdotto in Sicilia nell’ottavo secolo, i musulmani ne vennero a conoscenza quando conquistarono la Persia (641 d.C.) era conosciuto con il nome Chaturanga, antico gioco di origine indiana, che venne modificato nello Shatranj per essere giocato in due e senza l’uso dei dadi; questo gioco venne assorbito dalla loro cultura e, successivamente, per via dell’espansione araba legata alla conquista dei territori, arrivò nell’Europa occidentale in Spagna e Sicilia.

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