Nella parte bassa dello storico mercato Vucciria nella zona vicino La Cala c’è una strada che incuriosisce per via del suo nome, questa strada che un tempo passato era conosciuta con il nome via dei Bottonai nel XVIII secolo assunse il nome di via terra della mosche.
Lo storico Di Giovanni, nel suo “Palermo restaurato”, ci racconta che in questa strada abitava Gian Luca Squarcialupo, un capo rivoltoso che, nel 1517, tentò di rovesciare l’oligarchia cittadina dell’epoca. Al fallimento della congiura e dopo l’uccisione di Squarcialupo (forse ottenuta tendendogli un tranello), la sua casa fu desolata e il suo terreno sparso di sale, a testimonianza della gravità delle sue azioni nei confronti dei potenti palermitani. La casa rimase disabitata per circa un secolo, fin quando il medico Lorenzo Di Natale non andò ad abitarla nuovamente.
L’etno antropologo Giuseppe Pitrè, ci ha raccontato che lo studioso tedesco Johann Wolfgang von Goethe, affascinato dal personaggio del Conte Cagliostro, durante la sua visita a Palermo del 1787, volle conoscere la madre e la sorella del mitico Conte Cagliostro, l’alchimista mago-imbroglione o palermitano, che in quel periodo abitavano proprio in questa via.
Questa strada, oggi solo un budello dell’antico mercato, racconta un’illustre passato, quando il sole scendeva lentamente dietro gli antichi edifici che ornavano la via Terra delle Mosche, gettando un’ombra dorata sul selciato consumato dal tempo. La storia intricata di questa strada affascinava chiunque vi mettesse piede, avvolta nel mistero di un passato lontano che sembrava risvegliarsi tra i vicoli e le logge.
Le pietre levigate raccontavano storie dimenticate, e le memorie del gentiluomo Di Giovanni si fondevano con i segreti sussurrati dai mattoni antichi. Era come se ogni angolo custodisse il fantasma di Gian Luca Squarcialupo, il coraggioso capo di rivolta del 1517, la cui tragica fine aveva segnato il destino della strada per secoli a venire.
Le case di via Terra delle Mosche custodivano segreti antichi, e la storia del medico Lorenzo Di Natale, che aveva osato riprendere dimora nella dimora del defunto rivoluzionario, aggiungeva un tocco di mistero al luogo. Le pareti antiche avevano udito il sussurro delle trame rivoluzionarie e il sospiro della sconfitta, eppure, nel corso dei secoli, avevano ritrovato vita attraverso le storie di coloro che avevano abitato quelle stanze.
La dualità del nome “via dei Bottonai” e “via Terra delle Mosche” alimentava l’immaginazione. La prima, con il tintinnio dei bottonai che si erano trasferiti altrove, lasciando dietro di sé solo l’eco di un’epoca passata. La seconda, con la sua origine dibattuta tra la presenza di mosche o la vivacità dei Genovesi e Catalani, che brulicavano per le strade in cerca di affari.
L’incrocio tra la storia di Squarcialupo e il richiamo di Goethe a Palermo aggiungeva un tocco di glamour e mistero alla via. Come se la strada stessa avesse respirato l’aura di Cagliostro attraverso la madre e la sorella che vi avevano dimorato.
Il continuo via vai di persone tra la via Chiavettieri e la via della Loggia confermava l’origine del nome “Terra delle Mosche”. La folla che si muoveva come uno sciame d’insetti, le logge affollate di Genovesi e Catalani, gli studi notarili che animavano la strada, creavano un’atmosfera frenetica e vivace.
Tuttavia, dietro la vivacità c’era anche l’ombra delle mosche che danzavano nell’aria, testimoni delle condizioni igieniche dell’epoca. La strada, con la sua storia complessa e le interpretazioni contrastanti del suo nome, diventava un microcosmo di Palermo, un luogo che custodiva il passato mentre si adattava alle trasformazioni del presente.
Via Terra delle Mosche, con il suo mistero avvolto tra i vicoli, rimaneva un tassello affascinante nella trama intricata della storia palermitana.
La via Terra delle Mosche, va dalla via Chiavettieri alla via della Loggia.