Una locandina descrittiva addossata alla parete vicino alla statua lignea dove sono custodite le spoglie di San Bernardo da Corleone, all’interno della chiesa Santa Maria della Pace
sita presso il Convento dei Frati Minori Cappuccini di Palermo.
Alcuni studiosi hanno detto che Alessandro Manzoni autore del romanzo “I promessi sposi”, si sia ispirato alla vita dal Santo Corleonese per raccontare il personaggio di Fra Cristoforo nel suo capolavoro.
Fra Cristoforo, che prima era l’arrogante spadaccino Ludovico, sempre pronto alla lite anche mortale. Se fra Cristoforo è un personaggio nato dalla penna del Manzoni, Bernardo di Corleone è invece un personaggio reale, battezzato alla nascita con i nomi di Filippo Latino,
Filippo Latino vestì l’abito cappuccino a seguito di una conversione legata ad un precedente duello con un certo Vito Canino.
Cresciuto negli anni, nonostante esercitasse l’arte del calzolaio, favorito dalla circostanza che i Borgognoni (Soldati spagnoli quivi di presidio),insegnavano a maneggiar le armi alla gioventù maschile, imparò così bene a tirar di scherma, da superare in breve tempo le migliori spade di Sicilia.
D’allora cominciò a servirsi della spada per risolvere puntigli, ma soprattutto per impedire i soprusi e le angherie dei soldati stranieri di presidio a Corleone.
All’epoca del duello con Vito Canino, Filippo era nella pienezza dei suoi ventuno anni e doveva esserci gran caldo in quei giorni di canicola dal momento che se ne stava nella sua bottega spitturinatu (a torso nudo), quando arrivò il provocatore:
Siti vui mastru Filippu?
Pirch’ni spiati?
Ni spiu pri beni. Si si galantomu, , pigliati la spata.
lu cu vossignoria nun c’haiu avutu. dispariri, chi occasioni haiu di pigliari la spata?
Ma il Canino continuò imperterrito nella sua provocazione e dovette pure sconfinare nella volgarità perché mastro Filippo finalmente andasse in collera e rispondesse per le rime: “Nun haiu bisogna di spata cu ttia”. E uscì dalla bottega col solo pugnale. Il duello si articolò in due tempi ed ebbe inizio nella piazza superiore per consumarsi poi nella piazza inferiore, con l’inevitabile crocchio di spettatori incuriositi e partecipi.
Il Canino ce la metteva tutta per eliminare mastro Filippo mirando alla testa. Fu allora che il calzolaio, avendo notato che l’avversario era armato di tutto punto e protetto dal giaco, rientrò in bottega e si armò come si doveva per combattere contro un sicario, quindi sferrò l’attacco senza esclusione di colpi. Anche mastro Filippo aveva questa volta preso di mira la testa del Canino che, per parare il colpo, ne ebbe i tendini del braccio recisi, restando così mutilato e inabile per il resto della vita.
Nonostante si fosse trattato di legittima difesa, e non di una questione di onore e di puntiglio, mastro Filippo provò dispiacere e dolore vivissimo per aver ferito in questo modo il Canino.
L’evento del duello segnò profondamente Filippo che si diede ad una vita di penitenza, preghiera ed espiazione. Cominciò a frequentare il convento dei Frati Minori Cappuccini chiedendo anche di entrare nell’ordine. Nel 1631 venne accettato come novizio e per svolgere l’anno di prova venne inviato al convento di Caltanissetta dove il 13 dicembre 1631 ricevette l’abito dell’ordine ed il nuovo nome di fra Bernardo.
Entrato in convento come fratello laico, fu cuoco, lavandaio e fece penitenze e mortificazioni molto forti e soprattutto carità vivente verso il prossimo e i fratelli della comunità. I suoi superiori per mitigare le sue penitenze lo nominarono sacrestano. Durante un terremoto a Palermo, aiutò i suoi concittadini con tutte le sue forze.
Una volta divenuto frate si spostò in vari conventi della provincia cappuccina sino ad arrivare nel 1652 al convento di Palermo dove resterà fino alla morte.
Iniziato il processo di canonizzazione nel 1673, venne dichiarato beato solo il secolo successivo, nel 1768 da Clemente XIII e infine proclamato santo nel 2001 da Papa Giovanni Paolo II..
Fra Bernardo da Corleone all’anagrafe Filippo Latino nasce a Corleone il 6 febbraio 1605; lo stesso giorno viene battezzato. muore il 6 gennaio del 1667 a Palermo.
Nella foto il reliquiario di Fra Bernardo nella chiesa dei Cappuccini a Palermo