In Via Giafar, all’altezza dello svincolo Porto (autostrada Pa-Ct)
Quasi nascosto alla vista dei passanti da costruzioni abusive, c’è il Castello di Maredolce o della Favara.
Il Castello di Maredolce o Palazzo della Favara è un edificio della città di Palermo in stile islamico, la sua architettura nonostante la sua costruzione ricade in piena epoca normanna, esso risale al XII secolo, non ha risentito del cambiamento architettonico suggerito dai nuovi governanti.
Il Castello di Maredolce si trovava all’interno della Fawwara (“fonte che ribolle” in lingua araba), il parco della Favara, nel quartiere di Brancaccio, zona periferica della città tanto amata da Don Pino Puglisi, precisamente si trova al vicolo Castellaccio prospiciente piazza dei Signori a Brancaccio.
Fu edificato nel 1071, e faceva parte di un “qasr”, ovvero una cittadella fortificata situata alle falde di monte Grifone, probabilmente racchiusa entro una cinta di mura, che oltre al palazzo comprendeva un hammam e una peschiera. L’edificio fu una delle residenze del re normanno Ruggero II, che secondo il primo riferimento testuale sull’esistenza dell’edificio, il Chronicon sive Annales di Romualdo Salernitano avrebbe riadattato ai suoi scopi un palazzo preesistente, appartenuto all’emiro kalbita JaÊ¿far nel X secolo durante la fase più prospera dell’Emirato di Sicilia.
Il castello era, ed potrebbe esserlo anche oggi, avvolto da un laghetto artificiale. Quando il castello di Maredolce era abitato dall’emiro il lago veniva navigato dal padrone di casa e dalla sua corte per soddisfare i loro momenti di piacere personale , ed era anche utilizzato, data la gran quantità di pesci, come riserva di pesca.
Celebri rimangono i versi del poeta arabo nato a Trapani nel XII secolo,’Abd’ar Rahman:
”Oh quanto è bello il lago delle due palme e la penisola nella quale s’estolle il gran palagio!
L’acqua limpidissima delle due polle somiglia a liquide perle e il bacino a un pelagio.
Par che i rami degli alberi si allunghino per contemplare il pesce nell’acqua e gli sorridano.
Nuota il grosso pesce in quelle chiare onde e gli uccelli tra que’ giardini modulano il canto.”
Al centro del lago sorgeva una piccola isola artificiale di forma irregolare, piantata ad agrumi e con un palmeto, dove il re si recava per stare immerso nelle delizie.
La foto mostra il lago artificiale alimentato nei nostri giorni in occasione delle “Giornate di primavera” organizzate dal FAI.