I Normanni che giunsero inizialmente in Sicilia adottarono come emblema due leoni. Fu poi la dinastia degli Altavilla a introdurre uno stemma completamente nuovo, abbandonando quello originario con i due leoni del Ducato di Normandia. I sovrani Altavilla adottarono uno stemma caratterizzato da “due bande” o, secondo quanto riportato da Sancetta, “due sbarre, scaccheggiate d’argento e rosso in campo azzurro”. Questo stemma è visibile in tre antichissime targhe di legno esposte nella Cattedrale di Palermo, collocate sopra i maestosi sepolcri di porfido del Re Ruggiero e dell’Imperatrice Costanza, sua figlia.
In modo metaforico, i Leoni Normanni vengono citati da Tomasi di Lampedusa nel romanzo “Il Gattopardo” quando fa pronunciare al principe di Salina, rivolgendosi al piemontese Chevalley, una frase amara: “Noi fummo i leoni… poi vennero gli sciacalli e le iene”. Va notato che la scelta di uno stemma da parte degli Altavilla rappresentò non solo un cambiamento simbolico, ma anche un segno della trasformazione della Sicilia sotto il loro dominio. L’adozione di nuovi emblemi da parte dei regnanti rifletteva spesso le dinamiche politiche e culturali del periodo. Nel caso degli Altavilla, lo stemma con le due bande o sbarre, scaccheggiate d’argento e rosso su campo azzurro, potrebbe aver simboleggiato la fusione di diverse influenze culturali presenti nell’isola, un amalgama che rifletteva la complessità della società normanna in Sicilia.
Inoltre, l’uso di stemmi e simboli aveva anche una funzione propagandistica, contribuendo a consolidare il potere e l’autorità dei sovrani. La presenza di tali emblemi in luoghi pubblici come il Duomo di Palermo sottolineava la continuità e la legittimità del governo normanno, oltre a comunicare un senso di identità e coesione per la popolazione.
Il riferimento metaforico ai Leoni Normanni nel romanzo “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa aggiunge un elemento letterario e riflessivo all’articolo. La citazione evidenzia la transizione del potere e l’inevitabile cambiamento che accompagna le dinastie nel corso del tempo. Questa rappresentazione pone in evidenza il passaggio da un’epoca di forza e grandezza, incarnata dai leoni, a un periodo più turbolento, rappresentato dagli sciacalli e le iene, simboli di cambiamento e instabilità.
Con l’inclusione di una foto di un mosaico nel Palazzo dei Normanni contribuisce a rendere visivamente tangibile la ricca storia normanna in Sicilia, offrendo ai lettori un’immagine concreta degli elementi artistici e simbolici associati a questa affascinante epoca storica .