Puntata sedicesima. La mia vacanza palermitana con il mare negli occhi
Guardando il mare, ci sediamo ai tavoli di un’antica gelateria, la Gelateria Ilardo, attiva dal 1860. Chiediamo consigli a Ruggero, il quale ci suggerisce di provare uno spongato, un gelato più semplice servito in coppetta, rigorosamente in coppe di metallo per mantenerne la freschezza. I gusti degli spongati sono tradizionali, spesso a base di frutta; consiglia di assaggiare il gelato ai gelsi, particolarmente raccomandato.
La specialità della gelateria è il “giardinetto”, ideato dal fondatore Giovanni Ilardo nel lontano 1860 per celebrare l’Unità d’Italia. Il giardinetto è un “pezzo duro” con tre strati di fragola, limone al posto del cedro, e pistacchio, decorato con canditi, i cui colori richiamano il Tricolore italiano.
Esplorando tra i gusti disponibili, troviamo anche il giardinetto che mio marito ordina prontamente, mentre io seguo il consiglio di Ruggero e opto per lo spongato ai gelsi. I nostri amici scelgono spongati alla fragola e al gusto setteveli, che ricorda i sapori della famosa torta.
Ruggero chiede al cameriere di portare una brioche con zuppa inglese, pistacchio e panna.
Abbiamo gradito questo succulento siparietto e riprendiamo la nostra passeggiata.
Davanti a un’antica porta di Palermo, ci imbattiamo in un’installazione che cattura la nostra curiosità. Chiediamo spiegazioni a Ruggero, che ci informa subito: “È il carro di Santa Rosalia”, e comincia a raccontarci.
Santa Rosalia è la patrona di Palermo, e noi palermitani la celebriamo due volte l’anno: il 15 luglio con il Festino e il 4 settembre con la festa religiosa. Ogni anno, il Festino del 15 luglio rappresenta un evento tanto atteso quanto sentito dalla città. “Il carro trionfale con la statua di Santa Rosalia”, spiega Ruggero, “è il cuore della celebrazione”. Questo carro, sempre diverso di anno in anno, viene progettato e costruito dalle maestranze locali, cambiando forma e significato, per rappresentare un tema nuovo. Quello del 2023 è stato davvero speciale.
Il Festino comincia al tramonto del 14 luglio, quando il carro parte dal Palazzo Reale e percorre il Cassaro, l’antica via principale della città, oggi conosciuta come Corso Vittorio Emanuele. Proseguendo il suo tragitto, il carro attraversa Porta Felice, una delle antiche porte di Palermo, fino a raggiungere il Foro Italico. Migliaia di persone partecipano alla sfilata, una manifestazione di fede e devozione che culmina con uno spettacolo pirotecnico mozzafiato. “E poi ci sono i fuochi d’artificio,” continua Ruggero, “un’ora di luci e colori che accendono il cielo sopra Palermo. L’apice è la ‘masculiata’, l’ultima e più spettacolare parte dello spettacolo”. Questo momento rappresenta il culmine della serata, quando il cielo si illumina di luci vivaci e l’intera città si raccoglie in un rito di celebrazione collettiva.
Ma il Festino non è solo spettacolo. Santa Rosalia è amata dai palermitani perché, secondo la tradizione, salvò la città da una terribile pestilenza nel XVII secolo. Da allora, la sua figura è divenuta un simbolo di speranza e protezione per Palermo. Ogni anno, il Festino celebra non solo la sua memoria, ma anche l’identità e lo spirito di resilienza della città.
Il carro del Festino del 2023, in particolare, ha avuto un significato profondo e simbolico. Disegnato a forma di luna, ha rappresentato un omaggio alla femminilità, all’introspezione e alla rigenerazione spirituale. La luna, scelta come elemento centrale, è stata a lungo considerata un simbolo di mistero e rinnovamento. Ruggero ci spiega: “La luna è da sempre associata alla donna e ai suoi cicli, un simbolo di luce che illumina l’oscurità”. Nella tradizione cristiana, essa riflette la grazia divina e, in questo contesto, rappresenta anche Maria, madre di Cristo, e la Chiesa stessa, che riflette la luce del divino.
Il carro del 2023 ha richiamato anche un’importante iconografia biblica: la donna dell’Apocalisse, che fugge nel deserto per sfuggire al drago, simbolo del male. Questa figura è stata accostata a Santa Rosalia, che, ritirandosi in eremitaggio sul Monte Pellegrino, sconfisse simbolicamente il male attraverso la sua fede. Il carro, quindi, non era solo una rappresentazione estetica, ma un simbolo potente di vittoria della luce sulle tenebre, di purezza e di lotta contro il male.
“Questo Festino,” conclude Ruggero con un sorriso, “non è solo una festa. È un momento di riflessione, un simbolo di speranza e di rinascita per tutta Palermo”.
Alla fine dei fuochi il Carro procede per essere posizionato nello slargo dove lo troviamo adesso, fuori le mura di Porta dei Greci a Piazza Kalsa con la Santa che guarda verso il mare, un mare di speranza, restando acceso sino al 15 notte in attesa dei festeggiamenti del 4 settembre.
Foto il carro di Santa Rosalia 2023.