Filadelfia, 1839: un uomo rimuove il tappo dalla sua macchina fotografica e si posiziona di fronte all’obiettivo. Rimane immobile per alcuni minuti, considerando i lunghi tempi di esposizione del dagherrotipo, per poi richiudere l’obiettivo. Quest’uomo è Robert Cornelius, autore del primo autoritratto fotografico.
Se il pioniere della fotografia mondiale è Cornelius, il palermitano Eugenio Bronzetti è il precursore del primo autoscatto italiano.
La foto in questione ritrae l’intera famiglia del fotografo palermitano Eugenio Bronzetti (24 ottobre 1906 – settembre 1997) durante il compleanno del nonno paterno nel 1925. La foto rappresenta una specie di autoscatto, realizzato con una lampada al magnesio controllata dal fotografo tramite un pulsante. Bronzetti amava raccontare la scena, evidenziando la presenza di tutti i membri della famiglia nel quadro festoso. In quel periodo, per occasioni simili, si curava ogni dettaglio, dalla musica ai costumi, persino inventando balletti per celebrare gli eventi.
Eugenio Bronzetti, figlio d’arte, discendeva da una famiglia di fotografi. Suo padre Benedetto fu un pioniere della fotografia industriale a Palermo e sposò Celestina Interguglielmi, figlia di Eugenio, un rinomato ritrattista dell’epoca della “Belle Époque” palermitana. Eugenio Bronzetti iniziò la sua attività giovanissimo.
Nel 1920, scattò la sua prima fotografia dall’alto di una ciminiera della centrale elettrica di via A. Volta. Dopo aver appreso i fondamenti del mestiere dal padre, lo sostituì alla direzione della ditta nel 1925, intensificandone l’attività e lavorando su commissione per varie entità e società industriali, tra cui l’Aeronautica Sicula, la Chimica Arenella e i Cantieri Navali.
Dopo un periodo trascorso a Roma, Eugenio Bronzetti tornò a Palermo nel 1944, dopo la scomparsa del padre. Lavorò nel laboratorio di via G. Rossini fino al 1981, quando si ritirò a causa di un grave incidente nel 1979.