Castello e Palazzo Reale di Solanto: tra storia, mare e nobiltà siciliana
Affacciato sulle acque limpide del Mar Tirreno, il Castello di Solanto sorge su una suggestiva scogliera nei pressi dell’attuale borgata marinara di Solanto, nel territorio di Santa Flavia, a pochi chilometri da Bagheria e Palermo. Questo antico maniero, immerso in un paesaggio di straordinaria bellezza, racconta secoli di storia, intrecci nobiliari e vicende legate al mare.
Origini e funzioni difensive
La costruzione del castello risale al periodo normanno, durante il regno di Ruggero II di Sicilia. Come molte altre fortificazioni costiere dell’epoca, fu edificato con una funzione ben precisa: proteggere le attività della tonnara adiacente, una delle più antiche della Sicilia, già attiva in epoca medievale.
La posizione strategica, a picco sul mare, garantiva un efficace controllo delle acque circostanti e una difesa naturale contro eventuali incursioni piratesche o attacchi via mare, frequenti lungo le coste del Mediterraneo.
Dal demanio ai nobili: una lunga catena di proprietà
Nel corso dei secoli, il Castello di Solanto cambiò più volte proprietà, divenendo un simbolo del potere feudale che si esercitava sul territorio circostante. Inizialmente appartenente al demanio regio, fu concesso da Federico III d’Aragona a Manfredo Layhabixa, in cambio di una percentuale sugli introiti derivanti dalla tonnara.
Nel 1392, Re Martino lo affidò a Francesco de Casaya, il cui figlio lo vendette nel 1415 a Corrado Spadafora, capostipite di una delle famiglie più influenti del tempo. Il castello rimase in possesso degli Spadafora fino al XVI secolo, nella persona di Giovanni Antonio Spadafora, barone di Solanto.
Nel 1517, il maniero passò per via ereditaria a Gerardo Alliata, genero degli Spadafora. La famiglia Alliata lo detennero fino alla metà del XVII secolo, quando Ludovico Alliata, barone di Solanto, fu costretto a metterlo all’asta. A quel punto fu acquistato da Asdrubale Termini, duca di Vatticani.
Sotto il regno di Carlo II di Spagna, il castello fu posseduto da Francesco Catena (1666), e in seguito da Mario Antonio Joppolo Colnago, principe di Sant’Elia (1682). Attraverso un passaggio per linea femminile, giunse nel 1765 a Cristoforo Riccardo Filangeri, principe di Santa Flavia, la nobile famiglia che ha dato il nome anche al moderno comune.
Infine, nel 1879, la proprietà passò a Benedetto Mantegna, principe di Gangi, ultimo aristocratico noto a detenere il castello, simbolo di una nobiltà ormai al tramonto con l’avvento dell’Italia unita.
Il Palazzo Reale di Solanto: un tocco neogotico per il re
All’interno del complesso fortificato si trova il cosiddetto Palazzo Reale di Solanto, una raffinata ala del castello ristrutturata agli inizi del XIX secolo in stile Neogotico. Questo intervento architettonico fu voluto per rendere l’edificio più consono ad accogliere Ferdinando I di Borbone, sovrano del Regno delle Due Sicilie, durante le sue visite in Sicilia.
L’ambiente, elegante e austero, riflette il gusto romantico dell’epoca e conserva ancora oggi il fascino di una dimora storica nobiliare. Di particolare interesse è una piccola sala all’interno del castello dove sono conservati gli stemmi delle famiglie che lo hanno posseduto, tracciando una vera e propria mappa araldica della nobiltà siciliana.
Un patrimonio tra terra e mare
Il Castello e il Palazzo Reale di Solanto non rappresentano solo un’eredità architettonica e storica, ma anche un punto d’incontro tra memoria, paesaggio e identità. La borgata marinara di Solanto, a circa 1,5 km dal centro di Santa Flavia, prende il nome dall’antica cittadella fenicia di Solunto, situata sul vicino promontorio di Monte Catalfano, e rappresenta oggi un affascinante esempio di continuità tra passato e presente.
Visitare il castello significa immergersi in un racconto fatto di mare, tonnare, re, baroni e storie familiari, in un angolo di Sicilia che conserva intatta la sua anima più autentica.