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Un Secolo di Cura e Cultura: Il Percorso della Casa di Cura Noto-Pasqualino

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La storia della Casa di Cura Noto-Pasqualino è profondamente intrecciata con le vicende economiche e sociali di Palermo nei primi decenni del XX secolo, soprattutto con il declino della famiglia Florio, che un tempo rappresentava potere e ricchezza nell’isola.

La famiglia Florio, protagonista dell’industrializzazione siciliana nel XIX secolo, affrontò difficoltà finanziarie all’inizio del XX secolo. La loro residenza principale, Villa Florio all’Olivuzza, subì modifiche significative durante questo periodo, con la divisione della facciata sulla piazza Principe di Camporeale in due ali a causa dell’apertura della via Oberdan. Il vasto parco circostante fu lottizzato dalla Società Sicula Immobiliare, dando vita al viale Regina Margherita.

Nel 1922, la Società Immobiliare Sicula Anonima acquisì un lotto di terreno proveniente dalla lottizzazione delle proprietà Florio.

La Casa di Cura Noto-Pasqualino ha inizio nel 1927 sotto la guida del Prof. Antonino Noto, continuando con il Prof. Guglielmo Pasqualino a partire dal 1935. Costruita su un terreno acquistato dalla Società Immobiliare Sicula Anonima nel 1922, l’edificio fu realizzato dall’impresa Utveggio e Collura, con la supervisione dell’ingegnere Zanca. La struttura, caratterizzata da una forma ad L a tre piani fuori terra e un piano seminterrato, presenta prospetti su via Regina Margherita e via Dante adornati da aperture artisticamente decorate e motivi ornamentali di ispirazione classica.

Nel corso degli anni, la Casa di Cura ha subito diversi ampliamenti significativi. Durante il dopoguerra, il Prof. Pasqualino ha esteso la struttura fino a ospitare circa cinquanta posti letto, incluso un reparto di Chirurgia Generale. Inoltre, ha ottenuto la costruzione di un nuovo padiglione dedicato, parallelamente alla sua direzione del Centro Tumori di Palermo. Negli anni Sessanta, l’edificio originale è stato ulteriormente ampliato con la costruzione di un nuovo stabile completato nel 1967.

Particolarmente degna di nota è la Cappella nel piano seminterrato, interamente affrescata da Lia Pasqualino Noto negli anni Quaranta del Novecento. Lia, nota per essere stata parte del Gruppo dei Quattro insieme ad artisti come Renato Guttuso, Nino Franchina e Salvatore Barbera negli anni Trenta, ha reso la cappella un luogo di pace e riflessione per i pazienti, narrando la Via Crucis con un tocco contemporaneo attraverso segni e immagini evocative.

La Casa di Cura Noto-Pasqualino non è solo un eccellente centro medico, ma anche un luogo intriso di storia e arte, dove l’impegno per il benessere dei pazienti si unisce alla passione per l’innovazione e l’espressione artistica.

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Salvino Arena

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