La città di Palermo ha avuto diversi Santi Patroni e i palermitani sono molto devoti ad essi, poi nelle varie borgate sono state edificate diverse edicole votive con Madonne e Santi protettori, poi ci sono i santi protettori delle maestranze.
Palermo oltre ai Santi proclamati dalla Chiesa ha dei santi nati dalla fantasia popolare , il più famoso e rappresentativo è il Genio di Palermo.
Il Genio di Palermo viene considerato tradizionalmente la personificazione della Città e il simbolo dei suoi abitanti, indipendentemente dalla origine e dall’apparenza etnica, culturale, religiosa e sociale, la sua immagine caratterizza la nostra città e le dà identità.
Per tutto ciò la Giunta Comunale ha istituito una giornata di celebrazione del Genio di Palermo il 12 gennaio di ogni anno, giorno in cui ricorre l’anniversario dei moti del 1848.
Il Genio di Palermo è il nume tutelare della città, o genius loci, complementare a Santa Rosalia, protettrice della città. È anche chiamato semplicemente Genio o Palermo. È raffigurato come un uomo maturo dalla barba divisa, incoronato e abbracciato ad un serpente che si nutre al suo petto. In tutta la città ne esistono diverse rappresentazioni.
Ci sono dei santi inventati invocati dalla tradizione popolare, come san paganinu, santu virticchiu ed altri .
Non tutti i santi, comunque, sono così misericordiosi, esiste infatti anche un santo che non fa miracoli questi è Santu ca un sura (Santo che non suda), quindi duro d’orecchie e che difficilmente ti esaudisce, insomma il santo patrono delle cause perse.
L’espressione deriva da una leggenda legata alla Beata Eustochia
Si racconta che il corpo di suor Eustochia, dopo essere stato seppellito e riesumato, cominciò a sudare ed il sudore venne asciugato con dei batuffoli di cotone.
Questi batuffoli, diventati reliquie, operavano su malati, e da qui nacque la convinzione che il sudore di un santo è certezza di grazia.
Quando si utilizza l’espressione santo che non suda, vuol dire che quindi che le nostre richieste non verranno mai esaudite.
Infine ci sono anche i beati inventati, una su tutti a “Beata Minchia”, un ulteriore rafforzativo per indicare il nulla più assoluto.
(Nella foto la locandina del film san Pasquale Baylonne protettore delle donne . film con Lando Buzzanca)