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Monumento ai carabinieri vittime della Strage di Passo di Rigano. Sette giovani, un solo destino

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Monumento in Onore dei Caduti del 19 Agosto 1949

📍 Piazza Ettore Nobile – Palermo

Nel cuore della piazza Ettore Nobile, nello slargo tra via Leonardo Ruggeri e via Giovanni Evangelista Di Blasi, sorge un monumento silenzioso ma eloquente: una testimonianza solenne di un sacrificio dimenticato troppo a lungo. Fu eretto nel 1992, in occasione del 43° anniversario di una delle pagine più dolorose della storia repubblicana italiana del dopoguerra, per volontà dell’Amministrazione Comunale e in memoria di sette giovani carabinieri caduti nella strage del 19 agosto 1949 a Passo di Rigano – Bellolampo, alle porte di Palermo.

La Strage di Passo di Rigano – Bellolampo

Era la sera del 19 agosto 1949, un’Italia ancora provata dalla guerra cercava lentamente di risollevarsi. Alle ore 21:30, in una borgata allora periferica di Palermo, in località Passo di Rigano, lungo la Strada Provinciale SP1 che collega Partinico e Montelepre alla città, si consumò una tragedia. Una potente mina anticarro, collocata in modo subdolo lungo la carreggiata, esplose al passaggio dell’ultimo autocarro di una colonna militare dei Carabinieri.

La colonna era composta da cinque autocarri pesanti e due autoblindo, con a bordo complessivamente 60 uomini appartenenti al XII Battaglione Mobile Carabinieri di Palermo. Il mezzo colpito trasportava 18 carabinieri. L’esplosione fu devastante: il veicolo fu dilaniato e sette militari persero la vita sul colpo. I loro corpi, giovani e pieni di speranza, rimasero segnati per sempre da un atto di violenza brutale.

L’attentato fu attribuito al noto bandito Salvatore Giuliano, figura controversa e leggendaria della Sicilia di quegli anni, già protagonista di altri tragici episodi come la strage di Portella della Ginestra. Tuttavia, nonostante i sospetti e le indagini, non emersero mai prove definitive che potessero confermare con certezza la sua responsabilità diretta in quell’azione.

I Nomi della Memoria

Il monumento custodisce una lapide che ricorda, uno per uno, i nomi dei sette caduti, ognuno proveniente da una diversa città italiana, a simboleggiare l’unità della Nazione e il servizio disinteressato verso la collettività:

  • Giovan Battista Aloe – Cosenza

  • Armando Loddo – Reggio Calabria

  • Sergio Mancini – Roma

  • Pasquale Antonio Marcone – Napoli

  • Gabriele Palandrani – Ascoli Piceno

  • Carlo Antonio Pubusa – Cagliari

  • Ilario Russo – Caserta

Erano giovani, figli di famiglie umili, arruolatisi nell’Arma per servire lo Stato, per cercare un futuro migliore, per difendere le istituzioni democratiche in un momento delicato della storia italiana.

Un Simbolo di Memoria e Riconoscenza

Oggi il monumento rappresenta più di una semplice commemorazione. È un simbolo tangibile di memoria collettiva, un invito a non dimenticare chi ha sacrificato la propria vita per garantire ordine, sicurezza e legalità in un tempo in cui lo Stato lottava duramente per affermare la propria presenza nei territori più difficili del Paese.

Visitare questo luogo significa fermarsi, riflettere, leggere quei nomi incisi nel marmo e ricordare che dietro ogni uniforme c’è una persona, una storia, una famiglia che ha pagato un prezzo altissimo.

Il monumento ai caduti del 19 agosto 1949 è, dunque, non solo un punto di riferimento per la città di Palermo, ma anche un monito per le generazioni future: la pace e la legalità non sono mai conquiste scontate, ma frutti amari di sacrifici e coraggio.

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