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L’Eredità di Monsignor Dominici: Promotore del Culto di Santa Rosalia nella chiesa di Sant’Antonio Abate

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Nel giardino antistante la chiesa senatoriale di Sant’Antonio Abate, in via Roma a Palermo, lunedì 8 luglio 2024, nel contesto del Giubileo Rosaliano per il 400° anniversario del ritrovamento delle Reliquie di Santa Rosalia, Mons. Gaetano Tulipano ha voluto ricordare l’opera di Mons. Vincenzo Dominici, Parroco della Parrocchia di Sant’Antonio Abate (1614-1637), designato dal Cardinale Giannettino Doria per verificare l’autenticità delle Reliquie e promuovere il culto di Santa Rosalia.

Questo evento parrocchiale è stato condiviso dal Sindacato Autonomo della Polizia, che ha donato alla Parrocchia un’icona in ceramica di Santa Rosalia, realizzata da Nino Parrucca.

L’opera realizzata da Nino Parrucca è composta da 50 maioliche raffiguranti l’immagine sacra di Santa Rosalia, Patrona di Palermo. In alto è riportata la frase di Santa Rosalia: “Per amore del mio Signore Gesù Cristo ho deciso di abitare in questa grotta”.

In basso è presente la dedica a Monsignor Vincenzo Dominici, promotore del culto di Santa Rosalia nella chiesa parrocchiale dal 1614 al 1632.

Ai lati sono presenti il logo del Sindacato Autonomo di Polizia e la firma dell’autore Nino Parrucca, con la data 15 luglio 2024.

Monsignor Vincenzo Dominici è una figura affascinante della storia ecclesiastica di Palermo, con una vita ricca di avvenimenti significativi e contributi alla comunità. Ecco un racconto dettagliato della sua vita:

Nato con il nome di Vincenzo Dominici, presto si distinse per il suo impegno e la sua erudizione. Laureatosi Dottore in utroque, cioè in diritto civile e canonico, entrò presto a far parte dell’élite ecclesiastica palermitana, guadagnandosi la fiducia del cardinale Doria.

Nel mese di luglio del 1624, il cardinale Doria lo inviò sul monte Pellegrino con un incarico di grande importanza: verificare l’autenticità delle reliquie di Santa Rosalia, la santa patrona di Palermo. Monsignor Dominici eseguì questo incarico con scrupolosa attenzione, racchiudendo le sacre ossa della santa in una cassa dopo averle identificate tra le pietre del monte.

L’anno seguente, il 22 febbraio 1625, fu un giorno di festa per la città: Monsignor Dominici, insieme al clero locale, portò solennemente le reliquie di Santa Rosalia dalla Cappella del Palazzo Arcivescovile alla Chiesa Cattedrale di Palermo. Questo gesto non solo rafforzò la devozione popolare verso Santa Rosalia, ma anche consolidò il ruolo di Monsignor Dominici come figura di spicco nella comunità religiosa.

Durante il suo mandato, Monsignor Dominici non si limitò alla sola gestione delle reliquie. Il 9 giugno 1625, in occasione del primo Festino in onore di Santa Rosalia, egli espose un quadro della santa sul Cassaro, contribuendo così alla celebrazione pubblica e alla diffusione del culto.

Il suo impegno non si esaurì nell’organizzazione delle celebrazioni: il 31 ottobre 1626 fondò la Confraternita di Santa Rosalia, nota come dei “Sacchi”, promuovendo la partecipazione dei fedeli e la solidarietà tra i palermitani.

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