Durante il periodo fascista a Palermo, furono demolite case, strade, isolati e addirittura interi quartieri per creare un nuovo tessuto urbano in cui collocare i nuovi edifici direzionali, che dovevano rappresentare il volto del progresso rivoluzionario del regime. In questo contesto, vennero eretti i centri di gestione del potere economico, tra cui spicca la sede della Banca d’Italia in Via Camillo Benso Conte di Cavour, 131/A.
L’edificio sorge su un terreno precedentemente parte del giardino del palazzo del principe di Galati, Antonio De Spuches. Nel 1920, la Banca d’Italia acquisì questo terreno e incaricò l’architetto Salvatore Caronia Roberti, un allievo di Ernesto Basile, di realizzare il progetto.
Il progetto per questa sede storica della Banca d’Italia fu affidato a Salvatore Caronia Roberti, un architetto che si era formato sotto l’influenza di Ernesto Basile. I lavori di costruzione iniziarono nel 1925 e si conclusero cinque anni dopo. L’edificio si caratterizza per la sua imponente struttura in bugnato, colonne e capitelli decorati, nonché dettagli come teste di leone e cornucopie. All’interno, uno stile Liberty presenta pregiati marmi e vetrate policrome, arredi realizzati dalle officine Ducrot e opere d’arte. Tuttavia, durante la Seconda Guerra Mondiale, l’edificio subì gravi danni a causa dei bombardamenti; un ordigno inesploso si conficcò nel solaio e, il 22 marzo 1943, un’ancora di diverse tonnellate fu catapultata sull’edificio a seguito dell’esplosione della nave portamunizioni Volta, ormeggiata al molo Piave.
Oggi, la sede della Banca d’Italia in Via Camillo Benso Conte di Cavour, 131/A, rappresenta non solo un importante centro finanziario ma anche un luogo di significativo valore storico e architettonico, testimone di un’epoca passata.