La Piazzetta della Saponeria: storie e memorie del Capo
Piazzetta Saponeria si affaccia su tre strade storiche che un tempo costituivano il cuore pulsante del mercato del Capo: via Porta Carini, via Sant’Agostino e via Maestro Cristoforo. Questo angolo di città, oggi sospeso tra passato e futuro, ospitava un tempo un vivace crocevia di commercianti. I banchi di merceria e articoli per la casa si alternavano a una friggitoria che diffondeva nell’aria il profumo irresistibile delle sue delizie. Con il declino del mercato, molte di queste attività hanno purtroppo chiuso i battenti, ma la piazzetta sta vivendo una rinascita grazie all’intraprendenza di alcuni imprenditori che, attraverso la ristrutturazione di edifici e l’apertura di nuove botteghe, stanno riportando vita e fascino a questa zona.
Tra le attività che animano la piazza c’è L’Osteria L’Acerba dinamica che è anche una galleria d’arte con pregevoli quadri futuristici, una location carina e accogliente, con spazio esterno in cui si cena avvolti dall’atmosfera suggestiva della piazzetta.
In passato, questo slargo ospitava una fabbrica di sapone, da cui deriva il nome “Saponeria”. A sovrintendere l’ordine e la pulizia della piazza c’era Maestro Cristoforo, il cui nome è oggi ricordato nella toponomastica di una delle strade adiacenti. Maestro Cristoforo ricopriva il ruolo di acatapano, ovvero il custode delle “piazze di grascia”, come venivano chiamati i mercati cittadini. Si occupava di vigilare sulle merci e garantire condizioni igieniche adeguate, un compito cruciale in un luogo dove il commercio era la linfa vitale.
Negli anni Cinquanta e Sessanta, la piazzetta era animata da personaggi pittoreschi che hanno lasciato un’impronta indelebile nei ricordi della comunità. Tra questi, spicca la figura di Salvatore Sciacca, detto “Totò i L’acqua”, famoso per i suoi digestivi e per l’immancabile “acqua e zammù”. Altro protagonista di quegli anni era “u Cirinu”, l’uomo della riffa, noto per la sua astuzia e per qualche trucco di troppo.
La sua fama si infranse in modo spettacolare in un sabato di primavera, durante una riffa che avrebbe segnato la fine della sua carriera. Per convincere gli scettici dell’onestà dei suoi sorteggi, decise di affidare la scelta del numero vincente alla prima estrazione della ruota del lotto di Palermo. Ma il destino, beffardo, gli giocò contro. Aveva venduto più di cento biglietti, tutti con lo stesso numero: il 19.
Quella mattina, in Piazza Marina, dove si svolgeva l’estrazione, un bambino pescò dalla ruota proprio il 19 come primo numero. Fu un trionfo per i vincitori e una rovina per “Cirinu arriffaturi”. Con più di cento acquirenti inferociti pronti a reclamare il loro premio, Cirinu sparì dalla Piazzetta Saponeria per giorni, temendo di essere preso d’assalto. La leggenda vuole che, da quel momento, abbia abbandonato per sempre il mestiere della riffa.
La Piazzetta Saponeria resta oggi un luogo intriso di storia, dove ogni angolo racconta vicende di uomini e donne che hanno contribuito a scrivere la vita quotidiana di questo pezzo di Palermo. Tra memorie di un passato vivace e un futuro in divenire, continua a custodire lo spirito autentico del mercato del Capo.