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Il molo di Cefalù e “Gli eroi del mare”

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Passando sotto la Porta della Pescara, si tratta dell’unica porta rimasta delle 4 originariamente presenti nella cinta muraria medievale del paesino normanno si arriva al vecchio molo di Cefalù, dove puoi vedere le barche da pesca e la gente del luogo riparare le reti. Attraversandola la porta lo scorcio si apre dapprima sul molo e poi sulla piccola spiaggetta su cui affacciano le vecchie case dei pescatori.
Nel 2014, una parte del molo di Cefalù ha preso il nome di “Largo Eroi Del Mare” .
Questa toponomastica ricorda i sette pescatori Cefaludesi che il primo marzo 1951 hanno salvato da morte certa, cinque pescatori palermitani. Il 28 marzo del 1951 cinque pescatori della borgata marinara dell’Arenella lasciarono il porticciolo cittadino per una battuta di pesca con la motobarca “Franco”, colti da un’improvvisa tempesta che li spinge verso il largo, risultando vani gli sforzi per raggiungere la costa, per loro il ritorno a casa si trasforma in un miraggio. Le operazioni di ricerca delle autorità marittime di Palermo non portano notizie buone perchè la forte mareggiata impedisce le operazioni di ricerca. Trascorrono trentasei ore. Tutto sembra finito.
La buona sorte si presenta sotto le vesti di un gruppo di pescatori cefaludesi che avvistano l’imbarcazione in avaria. Uno di loro, Giovanni Glorioso si rivolge a Carmelo Fertitta, dicendogli: «ne hai coraggio per salvare queste persone? si però abbiamo bisogno di altri volontari. Chiedono rinforzi e si fanno avanti Salvatore Portera, Giuseppe Machì, Santo Aquia, Giuseppe Fertitta, e un quindicenne, Giovanni Cefalù .
I sette riescono ad avvicinarsi alla barca in avaria solo dopo tre ore di combattimento con le onde. Si accorgono che all’interno c’erano alcuni uomini ormai sfiniti e senza più alcuna speranza di tornare sulla riva. Ci vogliono, però, altre tre ore per strappare quei cinque marinai alla furia del mare. Alla fine hanno la meglio i pescatori cefaludesi. Al momento di lasciare la motobarca, però, il capitano non vuole scendere. Fu costretto. «Noi stiamo morendo tutti per voi – gli dice Santo Aquia – ed ancora tu temporeggi? andiamo!!!!» Il capitano si convince e scende sulla loro barca. I cinque vengono messi in salvo. Il tempo di strapparli al mare e la loro motobarca sparisce inghiottita fra le onde.
Questo eroico gesto era quasi stato dimenticato.
Dopo 61 anni la città tributa il giusto riconoscimento ad alcuni suoi figli che per decenni sono stati dimenticati.
Nella piazzale ci sono altre due targhe, una riporta i nomi dei cefaludesi caduti in mare. e un’altra ricorda che su questo porticciolo nel maggio 1988 è stata girata una delle più belle scene del film vincitore dell’Oscar “Nuovo cinema Paradiso”. 

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Salvino Arena

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