Nel cuore di Palermo, nei pressi dell’antico porto della Cala, sorge una piccola chiesa il cui nome porta con sé un ricordo antico e misterioso: Santa Maria della Catena. Il suo nome non si deve soltanto alla pesante catena di ferro che un tempo sbarrava l’accesso al porto, proteggendolo dagli invasori. Intorno a quella catena si racconta una storia più profonda, carica di fede e speranza.
Era l’agosto del 1392. A Palermo regnava Martino I d’Aragona e, come spesso accadeva in quei tempi, la giustizia non sempre distingueva l’innocente dal colpevole. Tre poveri palermitani, vittime di un grave errore giudiziario, venivano condotti dalle guardie verso la loro condanna. La piazza della Marina li attendeva per l’impiccagione. Legati mani e piedi, il peso delle catene stringeva loro i polsi, come a soffocare ogni residuo di speranza.
Il corteo si muoveva lentamente tra la folla silenziosa, quando improvvisamente il cielo cambiò volto. Un temporale improvviso, potente e furioso, oscurò il sole. Tuoni e lampi costrinsero le guardie a cercare riparo, trovandolo presso una piccola chiesa vicina: Santa Maria della Catena.
Fu in quell’istante sospeso nel tempo che accadde l’inspiegabile.
I tre uomini, tremanti e fradici di pioggia, si inginocchiarono davanti all’altare. Le loro voci, spezzate dalla disperazione, si sollevarono in una preghiera sincera. Implorarono la Vergine delle Grazie di soccorrerli, di liberarli da un destino che non meritavano.
E allora, nel silenzio carico di attesa, una voce dolcissima si udì nella chiesa:
“Andate, non abbiate più timore…”
Le guardie si voltarono di scatto. Davanti ai loro occhi increduli, le catene che serravano i polsi e le caviglie dei condannati si spezzarono di colpo, cadendo a terra con un suono metallico che rimbombò nella chiesa come un annuncio divino.
Una forza invisibile e potente aveva liberato gli innocenti.
Il miracolo si diffuse come un soffio di vento per tutta Palermo, e da lì a tutta la Sicilia. Da quel giorno, la Vergine fu venerata con un nuovo nome: Madonna della Catena. In suo onore fu rafforzato il culto mariano, e la chiesa divenne meta di pellegrinaggi e di preghiere, rifugio di chiunque cercasse giustizia e misericordia.
Ancora oggi, in quel luogo di pietra e silenzio, il suono di una catena che si spezza sembra risuonare, ricordando a chi entra che nessuna prigionia è più forte della fede.