Nei cimiteri, gli alberi predominanti sono i cipressi. Il cipresso è da sempre simbolo di immortalità, della vita dopo la morte e di molte altre belle qualità. La verità, però, è una sola: le radici del cipresso si estendono in profondità, ma non in ampiezza, evitando così di disturbare i defunti e di riportarli in superficie.
Nella parte più alta del Convento di Santa Maria di Gesù, quasi sulla cima del Monte Grifone, si può ammirare l’albero di San Benedetto. È l’albero più antico di Palermo e, con molta probabilità, uno dei cipressi più antichi d’Italia. Secondo la tradizione, ha avuto origine dalla miracolosa radicazione di un bastone che San Benedetto “il Moro” aveva piantato nel terreno accanto alla piccola casupola, ora divenuta cappella, dove visse. L’imponente cipresso è ancora maestoso oggi. Nonostante i più di quattro secoli trascorsi e i danni subiti da incendi e fulmini, il cipresso di San Benedetto è stato testimone attento dei notevoli cambiamenti avvenuti gradualmente sia nella sottostante Conca d’Oro che nella città di Palermo. Ogni anno, numerosi pellegrini si recano devotamente all’eremo per immergersi nella spiritualità del Santo Moro. Il pellegrinaggio tradizionale si svolge la seconda domenica di Pasqua, la domenica in albis, per ricordare il passaggio di San Benedetto, avvenuto il 4 aprile 1589, il martedì di Pasqua.
Durante il “Progetto alternanza scuola lavoro” del 2016-2017, i ragazzi del Liceo Scientifico “G. Galilei” di Palermo, coinvolti nel progetto intitolato “GLI ALBERI MONUMENTALI DEI CATALOGATORI DEL VERDE”, hanno determinato che il Cipressus sempervirens (come mostrato in foto), situato nel cimitero di Santa Maria di Gesù, ha un’età di 436 anni, un’altezza di 23 metri, una circonferenza di 3,15 metri e una chioma con un diametro di 11×8 metri. Questo cipresso ha origini in Iran.