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Rivolta degli Asini: La Storia di U Sceccu

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Il termine sceccu trova spiegazione in una leggenda che affonda le radici nel 830 , ovvero quando gli arabi conquistarono la Palermo

Nell’antica Sicilia, l’asino non era solo un semplice animale di lavoro, ma rappresentava un simbolo di orgoglio e resistenza per i siciliani. Tra le strade strette e polverose di Palermo, un tempo, l’asino non era semplicemente “U sceccu”, ma era la chiave di una rivolta silenziosa contro l’oppressione.

 

La leggenda si perde tra i racconti tramandati di generazione in generazione. Un tempo, quando gli Arabi governavano la Sicilia, il re Miramolino impose leggi ingiuste che soffocavano il popolo siciliano. Due di queste imposizioni sollevarono particolare ira: il divieto di portare armi e l’eliminazione dell’uso dei cavalli, riservandoli esclusivamente agli Arabi.

 

In risposta a tali misure oppressive, i Siciliani, con un astuto e risoluto senso di ribellione, decisero di eliminare tutti i cavalli sull’isola. “Né noi, né loro!” fu il loro grido silenzioso, mentre avvelenavano gli abbeveratoi per porre fine alla presenza dei cavalli.

 

Gli Arabi tentarono di rifornire la Sicilia con cavalli provenienti dall’Africa, ma una tempesta inaspettata decise diversamente, annientando i cavalli durante il viaggio. Rimasero solo degli asini, e gli Arabi, costretti dalla circostanza, dovettero accettare l’umile mezzo di trasporto che era loro rimasto: gli asini.

 

Sulle strade, gli Arabi dovettero piegare l’orgoglio e la fierezza, cavalcando gli asini mentre i Siciliani guardavano con un misto di scherno e soddisfazione. Il re arabo, con la sua immagine imponente montato sull’asino, divenne il bersaglio delle beffe e delle risate, costringendo il sovrano a riconsiderare le restrizioni imposte al popolo siciliano.

 

Fu in quel momento che gli asini assunsero un nuovo significato e un nuovo nome: “scecchi”, un termine che derivava dall’espressione “sceicchi”, usata per indicare gli Arabi che, a malincuore, erano costretti a cavalcare gli asini. Questo cambiamento non solo ribaltò il potere simbolico del mezzo di trasporto, ma simboleggiò anche la resistenza e la vittoria del popolo siciliano contro l’oppressione straniera.

 

E da allora, gli asini, o “scecchi”, rappresentarono per i Siciliani non solo un mezzo di lavoro, ma anche un simbolo di libertà e orgoglio contro ogni forma di oppressione.

 

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