Questa poesia rappresenta l’infanzia che ormai non esiste più,quando ti credevi uno dei tuoi campioni preferiti e dopo un gol si esultava manco avessi vinto il mondiale….che amarezza che oggi non si vedono più ragazzini fare cose cosi semplici e uniche
A PARTITA O PALLUNI
Iucamu chi fiurini?
e cuomu ?
o paaa, o sciusciuni oppure o battuni?
No iucamu o palluni.
I picciuttieddi chi rinuocchia scucciati
e ca facci chiappata fannu a cullietta
pi accattari u Super Santos di culuri arancione
finalmente si può iucari picchì
i picciuli fuorunu accucchiati.
Si spaiscinu i cumpagni pi i squatri fari
i chiù fuorti vennu pigghiati pi prima
a siecutu tutti l’avutri e si capita chi su spari
un c’è probrema u chiu scarsu a pavimientu
u fannu iucari
U campu è a strata i puorti sunnu fatti
chi pietri o chi sacchitieddi
sunnu incignusi i picciuttieddi.
A parari si miettuni i chù pacchiunieddi.
S’accumincia
quannu u chiù granni ci parti
cu u buca u paga
e cu arruocca u va’ pigghia
tra sciarri e ziccusaria
i picciuttieddi iucona
in allegria.
Arricampati a casa
chi a pasta e calata
da un balcuni una matri abbannia
mittiennu fini a partita
mentri i picciriddi ci partunu
mi ra camurria.
Arena Salvatore
TRADUZIONE
Giochiamo con le figurine?
– e come?
a paaa, al soffione oppure al battone.
No giochiamo con il pallone
I bambini con le ginocchia sbucciate
e con la faccia sporca fanno una colletta
per comprare il Super Santos di colore arancione.
Finalmente si può giocare perché
si è riuscito a racimolare i soldi.
Con la morra vengono fatte le squadre
i più bravi sono quelli scelti per prima
a seguire tutti gli altri, e se per caso uno resta fuori
perché scarso, non c’è problema si regala agli avversari
pur di farlo giocare.
Il terreno di gioco è la strada le porte sono delimitate
da pietre o da sacchetti
sono ingegnosi i bambini
a fare i portieri vengono schierati i più cicciottelli
Si comincia
quando il più grande pronuncia
chi lo buca, lo paga
e chi lo arrocca lo va a prendere
tra liti e contraddizioni
i bambini giocano
in allegria
Ritirati a casa
Che la pasta ho buttato in pentola
da un balcone una mamma grida
mettendo fine alla partita
mentre i bambini ripetono
mi che scocciatura.
Per generazioni intere di ragazzi italiani il Super Santos, il pallone arancione con linee nere è stato l’elemento fondamentale per interminabili partite in strada.
Era un’impresa fare la colletta per raggranellare le 2500 lire per entrare in possesso del mitico pallone. Quanti palloni sono finiti male, quanti palloni sono stati bucati accidentalmente, e tanti tagliati da chi era disturbato dagli schiamazzi dei bambini.
Per le partite improvvisate in strada le squadre solitamente si formavano con il gioco della morra, i più bravi venivano scelti per prima, quando si sceglievano i ruoli solitamente tra i pali ricavati con mezzi di accomodo finivano i due cicciottelli.
Prima del fischio d’inizio il più grande della comitiva intimava dicendo “Chi causa la bucatura della palla deve ricomprarla a proprie spese, (cu u buca u paga) e il malcapitato che manda lontano dal rettangolo di gioco la palla è obbligato a riprenderla (“cu arruocca u va pigghia”).
Le partite equilibrate non decretavano mai un vincitore perché non esisteva il Fair play, nessuno voleva perdere.
I ragazzini passavano tanto tempo in strada, si ritiravano soltanto quando i genitori dal balcone li chiamavano a gran voce dicendo che era l’ora di ritirarsi, anche perché il pranzo era pronto