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L’Oratorio di san Lorenzo, “il Caravaggio trafugato” e la firma di Giacomo Serpotta.

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L’Oratorio fu costruito intorno al 1570 dalla Compagnia di San Francesco sui resti di un’antica chiesetta dedicata a San Lorenzo. Fu presto affidato ai frati del vicino convento di San Francesco che avevano il compito di seppellire i poveri del quartiere Kalsa. Solo successivamente fu impreziosito dagli stucchi di Giacomo Serpotta che qui lavorò tra il 1699 e il 1706. La fascia superiore delle sculture è tutta di Giacomo Serpotta che la realizzò tra il 1699 e il 1706.

Al centro del pavimento è dipinta una graticola, simbolo della tortura che portò alla morte san Lorenzo.

San Lorenzo è nato nel 225 d.C., ed è un’importante icona della Chiesa Cattolica, che lo venera come santo.
San Lorenzo venne giustiziato dall’editto dell’imperatore Valeriano, che emise un editto che condannava a morte vescovi, presbiteri e diaconi.

Secondo Ambrogio, San Lorenzo venne messo a morte sulla graticola. Mentre moriva, urlò spiritosamente al suo giustiziere: “Assum est… versa et manduca“.
Ovvero: “è cotto… Gira e mangia!”.

Sull’altare era conservato il capolavoro di Caravaggio La Natività, , che fu trafugata nel 1969 e mai più ritrovata, “La Natività” è una tela del Caravaggio realizzata nel 1609.

“La Natività”. Purtroppo, in una giornata piovosa del marzo 1969, la tela venne trafugata, caricata su una moto Ape Piaggio e fatta sparire nel nulla.

Di recente il pentito mafioso Gaspare Spatuzza ha raccontato che la tela venne prima rubata e poi abbandonata in una stalla in attesa di essere venduta sul mercato nero, rovinata dai maiali e dai topi. Pare che un mercante d’arte avesse proposto a un giornalista inglese l’acquisto del capolavoro, ma che la sera dell’incontro con i trafficanti, il 23 novembre del 1980, il terremoto dell’Irpinia avrebbe fatto saltare del tutto l’operazione. Ancora oggi, non si hanno notizie dell’opera.

L’ Oratorio San Lorenzo si trova in via dell’Immacolatella .

In quasi tutte le chiese e gli oratori impreziositi con le opere del grande maestro stuccatore Giacomo Serpotta è visibile la sua firma, una serpe stilizzata mimetizzata tra i personaggi delle scene, da qui l’appellativo di “Il sirpuzza”.

Nell’oratorio di san Lorenzo non c’è nessuna opera firmata dal Serpotta però possiamo trovare un suo autoritratto che si trova in alto vicino l’altare nel lato destro dove il maestro si è autorappresentato con il suo immancabile cappello per non sporcarsi i capelli mentre era al lavoro e con in mano un violoncello,  uno degli strumenti che lui amava suonare. (Foto).

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Salvino Arena

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