Michele Allegra, conosciuto da tutti col nome Carlo, l’inventore della rosticceria mignon, simbolo dello street food palermitano.
Il nipote A. A. ci racconta:
Il signore della foto è mio nonno, si chiama Michele, anche se è conosciuto da tutti come Carlo, ed è il protagonista di una storia che ha dell’incredibile.
La sua storia comincia novantadue anni fa a Palermo. Undicesimo di quattordici fratelli, con la passione per la scherma che lo porterà anche a diventare istruttore, rinuncia agli studi per lavorare fin da bambino nella cucina di famiglia, la Cucina Allegra, conosciuta come i ” I Cuochini”. Si tratta di un ” buco”, come lo definiremmo noi palermitani, all’interno del cortile di Palazzo De Stefano, nella centralissima via Ruggero Settimo. La Cucina si occupa di preparare sontuosi banchetti per gli aristocratici del tempo e questi pasti nobiliari prevedono, tra i tanti, anche il cosiddetto ” Terzo piatto”, contenente timballi di capellini, paste farcite alla carne, besciamella, prosciutto e molto altro.
E’ sua l’idea di ispirarsi a questo Terzo piatto per creare dei pezzi di rosticceria in formato mignon e venderli al pubblico, molto prima che lo street food andasse di moda. Tutti i bar dell’epoca, da Porta Nuova a Porta Felice, chiedono di questi famosi mignon e si forniscono da nonno Carlo.
Personaggi famosi in visita in città, compreso Giuseppe Tomasi di Lampedusa, rimangono affascinati da questi piccoli peccati di gola, tant’è che quest’ultimo scriverà nel Gattopardo di quel ” famoso pasticcio racchiuso in frolla dolce, col cuore salato e speziato alla maniera araba”.
Questo lavoro perdura incessantemente e alacremente fino al 1995, anno in cui l’attività viene ceduta. Ma la storia, che sembra destinata a concludersi, non finisce qui.
Qualche settimana fa, nel giorno del suo novantunesimo compleanno, mi racconta dei tempi passati, di come è iniziato il suo lavoro, della storia dietro l’invenzione dei mignon, di come fosse conosciuto da tutti.
Nonno Carlo è sempre stato un uomo schivo, umile, non ha mai cercato notorietà. Talmente riservato che neanche io, suo nipote, ero a conoscenza di certi dettagli, raccontati da lui con naturalezza, che invece avevano dell’incredibile. E questo diventa per me nei giorni successivi un pensiero fisso, come un groppo in gola: in pochi conoscono la sua storia e nessuno gli ha mai riconosciuto quello che ha fatto . Eppure pensandoci è assurdo. La più antica cucina di Palermo. Un pezzo della nostra tradizione, non soltanto culinaria. Dimenticato da Tutti.
Quante volte avete pensato che la politica fosse un corpo estraneo alla vostra vita o che i politici stessi fossero soggetti indefiniti, lontani dalla quotidianità?
Eppure questa storia parla anche di come un ragazzo di ventiquattro anni, in pochi giorni, sia riuscito a incontrare un consigliere comunale con in mano una targa per il proprio nonno, targa che gli ha riconosciuto sessanta anni di lavoro, sudore e innovazione.
Un grazie va a Rosario Filoramo e Rosario Arcoleo che hanno preso a cuore il mio racconto e hanno voluto premiare mio nonno di persona.
Se dovessi spiegare a un extraterrestre cos’è un essere umano, gli mostrerei il volto e gli racconterei la storia di Michele Allegra. Perché nella sua storia c’è tutto il senso di una vita dedicata al sacrificio e all’amore per il suo lavoro e per la sua famiglia. Mio nonno è un palermitano, di quelli di cui essere orgogliosi. E io lo sono.
Il prossimo passo? Nonno Carlo Cavaliere della Repubblica. “
Grazie Michele, detto Carlo, e al nipote, che hanno condiviso non solo la propria storia, anzi, una nostra parte di storia, storia di Palermo.
Orgogliosi di te!