Tra via Magliocco e piazzale Ungheria si apre una piccola galleria deliziosa: la Galleria delle rose.
Sulle maioliche che formano la pavimentazione della galleria c’è una frase di un poeta arabo del decimo secolo, Abu’l Hasan Ibn Abd-Ar-Rahman che qui ripropongo :
«Godi degli aranci che hai colto. La loro presenza è presenza di felicità.
Benvenute le guance dei rami, benvenute le stelle degli alberi!,
Si direbbe che il cielo abbia piovuto oro puro,
e la terra ce ne abbia foggiato sfere lucenti
Benvenute le guaine dei rami,
benvenute le stelle degli alberi!
Si direbbe che il fuoco abbia piovuto oro puro
e la terra ne abbia foggiato sfere lucenti».
Nella galleria si possono ammirare due bassorilievi in legno posti come decorazione nelle due lunette alle estremità del tunnel. In uno tra gli intagli si notano sette rose stilizzate dalle quali, si ritiene, derivi la denominazione della Galleria; nell’altro ‘altro bassorilievo ligneo sono rappresentati tre cavalli ed un uomo colti nello sforzo della corsa.
Il pavimento è opera dell’architetto Pantuso, il cui atelier, “le Stanze del Gattopardo” si trova internamente alla stessa Galleria delle rose, dove l’arte si sposa con l’artigianato.
Alla fine di questo articolo riportiamo i versi riprodotti in un pannello presente nella galleria del poeta arabo-siciliano Abu’l Hasan Ibn Abd-Ar-Rahman, vissuto fra l’undicesimo e il dodicesimo secolo.
La rosa purpurea.
Ti avevo cantato una canzone.
Tu tacevi. La tua destra tendeva
con dita stanche una grande,
rossa, matura rosa purpurea.
E sopra di noi con estraneo fulgore
si alzò la mite notte d’estate,
aperta nel suo meraviglioso splendore,
la prima notte che noi godemmo.
Salì e piegò il braccio oscuro
intorno a noi ed era così calma e calda.
E dal tuo grembo silenziosa scrollasti
i petali di una rosa purpurea.