La Cuba sottana (dall’arabo Qubba, “cupola”) è un edificio palermitano risalente all’epoca della dominazione normanna ed è classificato come edificio Arabo- Normanno, ovvero costruito dagli arabi in epoca normanna. La sua costruzione è datata 1180 eretta per il re Guglielmo II d’Altavilla (1166-1189), al centro dell’ampio parco del Genoardo – dall’arabo gennet-ol-ardh, “paradiso in terra”.
Il parco del Genoardo nasce per volere del re da Ruggero II d’Altavilla (1130-1154).
Il Genoardo comprendeva al suo interno anche la Cuba soprana e la Cubula (piccola cuba), e faceva parte dei Sollazzi Regi, un circuito di splendidi palazzi della corte normanna situati intorno a Palermo.
La Cuba era un luogo in cui il re e la sua corte potevano trascorrere ore piacevoli al fresco delle fontane e dei giardini di agrumi, riposandosi nelle ore diurne o assistendo a feste e cerimonie alla sera, per questo era definito il padiglione di delizie.
a Cuba sottana, appare oggi di proporzioni turriformi abbastanza sgraziate. Tale spiegazione è dovuta perché originariamente era circondata da un bacino artificiale profondo quasi due metri e mezzo. L’apertura più grande, sul fronte settentrionale, si affacciava sull’acqua ad un’altezza oggi inspiegabile.
Legata alla Cuba è una novella del Boccaccio, precisamente la sesta novella della quinta giornata del Decameron. È la vicenda d’amore tra Gian di Procida – nipote dell’omonimo grande eroe del Vespero Siciliano – e Restituta, una ragazza bellissima di Ischia rapita da «giovani ciciliani» per offrirla in dono al allora re di Sicilia: Federico II d’Aragona.
Il Boccaccio, nella la sesta novella della quinta giornata del Decamerone, ambienta la vicenda in una stanza del castello della Zisa, dove appunto re Federico II d’Aragona tenne rinchiusa la bella Restituta da Ischia.
Il Boccaccio, nella la sesta novella della quinta giornata del Decamerone, ambienta la vicenda in una stanza del castello della Zisa, dove appunto re Federico II d’Aragona tenne rinchiusa la bella Restituta da Ischia.
Quando Giovanni Boccaccio scrisse il suo capolavoro, era finita l’epoca di Palermo “felicissima” che secondo Idrisi era allora «la più grande e la più bella metropoli del mondo» con la sua vasta verdeggiante pianura e con i suoi luoghi di delizie (mustanaza). Ma la traccia che aveva lasciato quel periodo di splendore era così luminosa da impressionare Boccaccio ancora diversi secoli dopo.
Nei pressi della Cuba precisamente in via Pagano è visibile la piccola Cuba.
Il chiosco normanno è un piccolo edificio quadrato che ha quattro archi sormontati da una cupola emisferica di stile islamico.
La Piccola Cuba faceva parte del Genoardo.
Il chiosco normanno è un piccolo edificio quadrato che ha quattro archi sormontati da una cupola emisferica di stile islamico.
La Piccola Cuba faceva parte del Genoardo.
Oggi La Cuba è immersa nel giardino di Villa Napoli.
Nelle vicinanze c’era anche la Cuba Soprana che nei secoli a seguire subì continui rifacimenti operati da diverse famiglie: i Ventimiglia, i Rao, i Torres e i Napoli. Nel XVIII secolo, Don Carlo Napoli apportò ulteriori modifiche. La Cuba Soprana così sparì e divenne la Villa Napoli.