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Ecco perchè Santa Rosalia il giorno del “Festina è issata su un “Carro trionfale”

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A Palermo si muore di peste è il 26 maggio 1624 giorno di Pentecoste quando Girolama La Gattuta sale sul Montepellegrino, per adempiere ad un voto. Beve dell’acqua che gocciolava dalla roccia e, guarita, ha la visione della Vergine Maria e di S. Rosalia.

Le viene indicato un punto preciso in fondo alla grotta dove si sarebbe trovato “un tesoro”, “una Santa” e, insistendo per alcuni giorni con alcuni parenti e frati del convento vicino, ottiene di iniziare gli scavi.

15 luglio 1624

Nel luogo indicato, sotto una grande lastra di marmo, vengono ritrovate ossa umane che emanano un intenso profumo di fiori.

Sul monte salgono molte persone, pregano, bevono l’acqua e ottengono così molte guarigioni miracolose.

Le ossa vengono pulite e portate in città nella cappella dell’Arcivescovo Giannettino Doria che vorrebbe certezza sull’autenticità dei resti.

27 luglio 1624

Rosalia viene proclamata Patrona di Palermo dal Senato della città, spinto anche dal volere popolare.

Nel febbraio del 1625, il saponaro Vincenzo Bonelli, disperato per aver perso la giovane moglie a causa della peste, si veste da cacciatore per sfuggire ai controlli imposti per motivi di sanità pubblica e, con il cane e il fucile, sale sul Montepellegrino con l’intenzione di suicidarsi gettandosi giù dalla cima.

Gli appare Rosalia col volto splendente “come un angelo” che ferma il gesto suicida, lo conduce verso la grotta e gli dice che:

  • deve comunicarsi e confessarsi;
  • deve riferire all’Arcivescovo Doria di non dubitare più dell’autenticità delle ossa trovate 

“Il Bonello riferì alla curia pedissequamente cosa la Santuzza disse: Prendete le mie ossa e mettetele su di un carro, fatelo sfilare per la città e la peste sarà debellata.

2 febbraio 1625

Il Cardinale, colpito dal racconto di Vincenzo, dopo la sua morte, riconvoca la commissione dei teologi e dei medici.

Questi certificano che tra i reperti vi è un corpo “ingastato in densa pietra” ed una piccola testa, certamente di giovane donna.

Poiché si sapeva che l’unica donna vissuta sul monte era Rosalia, viene dichiarata l’autenticità dei resti trovati.

9 giugno 1625

Si svolge la processione delle ossa di S. Rosalia con la partecipazione di numerosissima gente.

Al passaggio delle ossa e precisamente al canto del “Te Deum Laudamus” gli ammalati  guariscono dalla peste sotto gli occhi di tutti e il contagio si arresta.

Gli scrivani del re annotano nei registri comunali il nome, l’età, il luogo della guarigione ed ogni dato di tutte le persone guarite.

Il primo carro trionfale della Santuzza, ovvero Santa Rosalia, Patrona di Palermo, apparso al corteo del “Festino” risale al 1686, venne realizzato con legno e cartapesta.

Durante la processione delle ossa di Santa Rosalia, la statua della Santa veniva posta sulla sommità del carro trionfale. La maestosa statua raffigurava Santa Rosalia vestita di bianco, con una radiosa corona di rose sul capo e graziosi angeli di legno scolpiti ai suoi piedi. Il carro trionfale, conosciuto anche come “muntagnedda d’oru” (montagna d’oro), fu costruito nel 1625, ma fu solo a partire dal 1686 che il carro trionfale fu aggiunto al corteo, diventando il fulcro scenico principale. Prima del 1686, il corteo era accompagnato da gruppi di piccoli carri, noti come “macchinette”. Sulla maestosità del carro trionfale prendevano posto i musicisti, elegantemente vestiti, e la gente comune credeva persino che il capo dei musicisti fosse il re in persona. La statua di Santa Rosalia, con la sua radiante presenza, dominava la sommità del carro, avvolta nell’incanto del bianco e circondata dalla fragranza delle rose, mentre graziosi angeli di legno le facevano da accompagnatori ai piedi.

Foto: il primo carro trionfale del Festino di santa Rosalia

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