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Durante il carnevale a Palermo si lanciano i “pittiddi”

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Durante il Carnevale a Palermo si lanciano i “PITTIDDI”.
L’accessorio che non può mancare a chi partecipa al carnevale a prescindere se indossa una maschera oppure si traveste e la busta con i coriandoli.
in questo post cercheremo di spiegare da dove nasce il nome coriandolo e l’etimologia della versione della lingua siciliana.
Pittiddi: il termine pittiddi, deriva dal francese petits
‘piccoli.
I pittiddi sono piccolissimi dischetti di carta colorati, in italiano chiamati coriandoli.
I “pittiddi” furono inventati nel 1785 da Mangilli da Crescenzago presso Milano. il quale ebbe l’ idea di usare la carta che era stata forata dai bachi e sostituire così i confetti di semi di coriandolo, che insieme a noci e biscotti, erano stati usati fin dal tempo dell’ antica Roma, come sappiamo dalla vivida descrizione di Stazio. Questo è il motivo per il quale questi pezzetti di carta sono chiamati coriandoli in italiano e confetti dai popoli di lingua inglese, una denominazione che sembra così strana alle nostre orecchie, e che invece ha una precisa giustificazione storica. I carri che sfilavano, durante le feste, lanciavano alla gente che assisteva, appunto, confetti di semi di coriandolo, e altre leccornie.
(FOTO Eulalia Amato)

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